In sostanza, i giudici hanno sbattuto la porta in faccia ai ‘signori dei rifiuti’ che da tempo tentavano di realizzare in quella zona tre impianti destinati a trattare rifiuti umidi di Roma e dintorni. Uno a Pomezia della società Cogea e due ad Ardea, uno della Biovis srl ed uno della Suvenergy srl. Ma anche ad altri ‘affaristi’ che pretendevano di costruire, costi quel che costi, 9 capannoni destinati ad attività industriali, laddove ve ne sono una infinità abbandonati, in vendita o in affitto che aspettano solo di essere rimessi in moto.
Soddisfazione da parte dell’associazione Latium Vetus, guidata dallo storico presidente Giacomo Castro, e del comitato spontaneo No biogas Pomezia, con Diego Casubolo, oltre che delle altre innumerevoli associazioni e comitati di quartiere che in questi lunghi anni di lotta li hanno aiutati e sostenuti, in strada e nelle aule dei Tribunali.
L’area tutelata è attigua al recente vincolo istituito dal Mibact anche su 1200 ettari di campagna dei Castelli Romani, tra Marino, Castel Gandolfo e Albano.
L’inchiesta completa sul prossimo numero de il Caffè in distribuzione dal 14 novembre.