CLAMOROSO DIETROFRONT IN REGIONE
La dirigente, che è anche vicesindaco e assessore all’ambiente con il PD a Vetralla, si rimangia la parola e scrive: “Contrariamente a quanto ritenuto, ed affermato, l’efficacia dell’AIA n. B3695/2009 è stata estesa, previo deposito, da parte della Pontina Ambiente, di apposita polizza fideiussoria, con scadenza fissata in data 11/10/2014”. Si tratta della storica società di Manlio Cerroni che dal 1979 gestisce la discarica di Albano. Discarica che anche secondo l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, ha inquinato le falde acquifere e che non è mai stata messa in sicurezza né bonificata. A parte la selva di virgole, il significato del provvedimento regionale è inequivocabile: l’ecomostro di Roncigliano può riaprire. “Ciò posto – precisa la dirigente regionale – sarà cura di questi medesimi uffici disporre […] voltura dell’AIA alla Colle Verde Srl”. Cioè, la gestione del TMB passerà automaticamente alla “nuova” società che ha chiesto di essere autorizzata a gestire l’impianto per ecoballe e immondizia da sversare in discarica. Lo aveva chiesto a luglio scorso, dopo aver preso in affitto un ramo d’azienda della Pontina Ambiente.
AUTORIZZAZIONE SCADUTA? CI PENSA LA DIRIGENTE REGIONALE…
In pratica, come se nulla fosse, viene resuscitata l’AIA autorizzazione integrata ambientale scaduta per l’intero complesso di smaltimento rifiuti. Dagli abissi della monnezza, riaffiora. L’ok regionale. Come sempre, i signori dell’immondizia hanno fatto “ragionare” i tecno-burocrati e i politici regionali. Il 29 agosto l’ing. Flaminia Tosini – direttore dell’Area rifiuti della Regione – scrisse che l’Autorizzazione integrata ambientale “risulta scaduta lo scorso 13 agosto 2019”. E “pertanto il precedente procedimento di riesame avviato nel 2015 e sospeso nel 2016 sarà formalmente archiviato”. Metteva cioè nel cestino la possibilità di riaprire la discarica e il Tmb. E lo aveva deciso rispondendo alla richiesta di revisione di quell’autorizzazione avviata nel 2015. La richiesta dei cerronisti si arenò a seguito del misterioso incendio che il 30 giugno 2016 distrusse l’impianto Tmb. L’iter è stato poi archiviato appunto il 29 agosto scorso. Provvedimenti scritti sulla sabbia: quanto determinato con atti ufficiale, non conta più.
FALDE INQUINATE, MA LI FANNO CONTINUARE
Tutto passerà liscio: sulle già massacrate falde idriche tra Albano, Ardea e Aprilia, si continuerà a smaltire rifiuti. E saranno, manco a dirlo, rifiuti di Roma. Ulteriore beffa, non ci sarà nessuna conferenza dei servizi. Non si terrà cioè il tavolo tecnico, aperto anche ai cittadini oltre che agli Enti pubblici interessati. Nessuno insomma discuterà il progetto né potrà opporre valutazioni ed osservazioni, né Sindaci, né comitati, né associazioni. Ha deciso lei, Flaminia Tosini del PD di Vetralla. E chi governa la Regione Lazio non dice nulla. Come mai?
PERCHÉ IL COMUNE NON CHIEDE LA BONIFICA PER FERMARLI?
Il tutto accade mentre la società Ecoparco Srl, legata ai soliti noti del giro, chiede di aprire una nuova gigantesca discarica sotto Velletri. In particolare, in località Lazzaria (zona 5 Archi), attaccata ad Aprilia e Cisterna. Queste falde danno acqua potabili a innumerevoli coltivazioni e aziende agricole e agli acquedotti di Aprilia, Latina nord, Cisterna, Anzio e Nettuno. Perché il Comune di Albano non esige che sia fatta prima la bonifica del sito? Così ha fatto il Comune di Latina, ma pure l’Arpa, in risposta alla richiesta di riaprire la discarica di Borgo Montello (anche lì falde contaminate) giusto lunedì scorso. In tal modo, hanno ottenuto il blocco della riapertura della discarica.