IL“NO” DELL’AGENZIA PROTEZIONE AMBIENTALE
La conferenza si è tenuta ieri, lunedì 28 ottobre. Benché non presente fisicamente, l’Arpa ha inviato con una sua valutazione. In sostanza, il documento afferma che siccome la bonifica degli invasi S1, S2, S3 e S zero non è stata completata – come promesso dal gestore nel 2014 in cambio di altre volumetrie – mancano adempimenti che Ecoambiente si era impegnata a osservare nel 2014 l’ampliamento non è possibile, ha espresso parere negativo. La nota Arpa è stata letta in apertura della, tenutasi a Roma nell’ufficio AIA (autorizzazioni integrate ambientali) della Regione Lazio, in via del Tintoretto innanzi all’ing. Flaminia Tosini, che è pure vicesindaco e assessore all’ambiente PD a Vetralla.
DOCCIA FREDDA DA LESSIO
Stessa cosa è stata ribadita dal suo collega Assessore all’ambiente di Latina, Roberto Lessio. Questi ha ricordato come nella determina n. G 01217/2015 del febbraio 2015, firmata dall’ing. Tosini, eventuali richieste per varianti sostanziali che superano i 25mila metri cubi devono essere prese in considerazione soltanto all’esito della verifica delle operazioni di bonifica. Non solo. Lessio ha posto la questione della particella catastale n. 299 del foglio 21, cioè quel pezzo di discarica sequestrato nel 2014 dal Gruppo intervento criminalità organizzata della Finanza. Particella curiosamente non indicata nella relazione tecnica firmata dall’ing. Gian Mario Baruchello e allegata alla nuova richiesta di abbancare altri 38mila metri cubi di rifiuti a Borgo Montello. Richiesta presentata nelle scorse settimane in Regione dalla società Ecoambiente Srl. La domanda ha spiazzato più di qualcuno e ha scoperchiato un risvolto davvero singolare.
ECOAMBIENTE E LA PARTICELLA SEQUESTRATA DALLA FINANZA ANTI-MAFIE
L’amministratore delegato di Ecoambiente Srl, l’ing. Pierpaolo Lombardi, ha detto che nella relazione del prof. ing. Baruchello -che tra l’altro si è occupato di precedenti ampliamenti della discarica – hanno indicato per mero errore la particella numero 207, che invece era stata soppressa nel 2005 e sostituita dalla numero 299, come ricordato dal giornale Il Caffè nei giorni scorsi. L’ing. Lombardi ha confermato che si tratta in effetti della particella 299 sequestrata dalla Finanza nel 2014 e che essa in pratica interessa l’intero invaso chiamato Lotto B. Cioè il pezzo di discarica dove Ecoambiente adesso vuole portare altri 38mila metri cubi di rifiuti indifferenziati. E qui spunta il nuovo, incredibile risvolto: a che titolo Ecoambiente Srl ha la disponibilità della particella sequestrata a G.D., indicata nella relazione Baruchello? Domanda esplosiva, tanto più che la Regione Lazio, per mano dell’ing. Flaminia Tosini nella determina del febbraio 2014 disse che la Ecoambiente deve acquisire non solo la disponibilità ma la proprietà della particella in questione.
IL “MISTERO” DELLA “DISPONIBILITÀ” DEI TERRENI
Che titolo di disponibilità hanno? In pratica: ne sono proprietari? Così ha chiesto Lessio: e l’invaso si è aperto. Il punto è che il sequestro di quella particella eseguito nel 2014 fu richiesto dall’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. E l’amministratore di Ecoambiente, Lombardi, ha parlato di un contratto d’affitto tra la società e l’Agenzia stessa. Ha detto che nel 2015 è stato quest’organo dello Stato a chiedere che il canone d’affitto di quella particella e degli altri beni sequestrati a G.D. fosse pagato all’Agenzia stessa. Lombardi ha detto inoltre che Ecoambiente ha firmato un nuovo contratto d’affitto tra Agenzia dei beni confiscati della criminalità ed Ecoambiente con durata di 5 anni rinnovabili per altri 5 anni. Morale: dopo l’agghiacciante relazione su Borgo Montello svolta dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle ecomafie, il soggetto di riferimento per quel pezzo di ecomostro sarebbe l’Agenzia di confisca dei beni al crimine organizzato! E il contratto d’affitto – par di capire – sarebbe funzionale al fatto che Ecoambiente si riprenderà quel lotto dallo Stato.
LA REGIONE RINVIA TUTTO: PRIMA BONIFICA E MESSA IN SICUREZZA
Stato con il quale ditta ora tutta in mano del gruppo Cerroni si è messa d’accordo pagandogli un canone d’affitto (il cui importo è ignoto). Sarebbe questo il modo in cui lo Stato intende valorizzare i beni presi alla criminalità organizzata e che dovrebbero essere confiscati. La Provincia di Latina si è riservata di presentare ulteriori controdeduzioni. Il capo dell’area rifiuti della Regione, ing. Flaminia Tosini ha così sospeso la procedura di questa conferenza dei servizi che lei ha convocato in merito alla richiesta con cui Ecoambiente vuol riaprire la discarica. Istanza congelata, per adesso, in attesa della conferenza dei servizi convocata dal Comune di Latina per fermare l’inquinamento della falde tuttora in corso sotto la discarica. Solo quando sarà concluso questo tavolo tecnico chiesto dal Comune per bonificare il sito, potrà riprendere il tavolo indetto dall’ing. Tosini per discutere e decidere se riaprire la discarica. Sarà interessante sapere cosa dirà l’Agenzia – eventualmente – dei beni confiscati alle mafie e alle organizzazioni criminali.