Nel 2018 il Comune di Latina ha speso 341.957 euro in gettoni di presenza per commissioni e consigli comunali. Parliamo di un importo netto, a cui vanno aggiunti 29mila euro di Irap. Facendo il confronto con altre città il cui numero di abitanti è similare, viene fuori che il costo a Latina è nettamente superiore. A Sassari, ad esempio, nello stesso anno sono stati spesi 265.000 euro tra consigli e commissioni. In funzione del numero di abitanti la legge permette di portare il gettone di presenza fino a 92,96 euro. A Sassari è stato ridotto a 45 euro a seduta per ogni commissione consiliare ed a 83,70 euro per ogni consiglio comunale. A Latina è deliberato il massimo: 92,96 euro. A Ferrara, che conta circa 6mila abitanti in più di Latina, nel 2018 sono stati spesi 99.822 euro di gettoni di presenza, meno di un terzo di quelli spesi a Latina.. Per Brescia, che conta 198.000 abitanti, il dato che va da gennaio a settembre 2019 è di 101.512 euro. Siracusa, 121.171 abitanti, nel 2018 ha speso 110.315 di gettoni di presenza, considerando però che per tre mesi, a causa delle elezioni e del passaggio di amministrazione, non si sono svolti consigli e commissioni. Altri comuni nella stessa fascia sono carenti in termini di trasparenza e i conteggi non sono possibili.
COME FUNZIONA
I gettoni di presenza non sono cumulabili per più di 15 presenze mensili e, a Latina, hanno un valore unitario di 92,96 euro. Per cumulare il gettone, oltre la mera presenza in consiglio e nelle commissioni, non ci sono altri criteri adottati per valutare il rapporto tra qualità e retribuzione del lavoro. Non sono, dunque, legati ad atti approvati o a proposte presentate. Ogni consigliere non può percepire in un mese più di 1.366 euro (un quarto dell’indennità massima prevista per il rispettivo sindaco che è di 5.466 euro lordi). Il Consiglio potrebbe comunque decidere di abbassare il costo dei gettoni o di donarlo o di riunirsi senza percepire compensi.
COMMISSIONE GOVERNO DEL TERRITORIO: LA PIU CARA
Non abbiamo trovato il costo totale di ogni singola commissione o consiglio relativo all’anno 2018. Avendo però il totale del costo dei gettoni e il numero delle sedute di ogni commissione, possiamo stimare il costo annuale di ogni singola commissione, ipotizzando la presenza di tutti i consiglieri. Per fare il conto di quanto una commissione sia costata, abbiamo moltiplicato il gettone di presenza per il numero di consiglieri che sono 11 per ogni commissione, compreso il presidente.
La commissione che nel 2018 è costata di più è la commissione Governo del territorio, con funzioni di toponomastica. Si è riunita 37 volte e dovrebbe essere costata 37.666 euro, nonostante ancora non siano stati risolti i problemi riguardanti piani particolareggiati, permessi a costruire, ristrutturazioni nell’ambito del Piano Casa, condoni e sanatorie e la questione dell’ ufficio di piano non operativo. Una cifra nettamente più alta rispetto, ad esempio, alla commissione Cultura, o alla commissione Città internazionali costate poco più di 10.000 euro.
Al momento non è possibile fare un conto di quante sedute del 2018 sono state dedicate all’argomento toponomastica, perché ancora non è stata aggiornata la sezione trasparenza del Comune di Latina: è riportato l’elenco delle commissioni convocate, ma non è possibile aprire tutti i documenti per leggere gli argomenti di discussione. Il conto, invece, è stato possibile farlo per il 2019 sfogliando tra gli atti pubblicati sull’Albo Pretorio. Nei 10 mesi del 2019 la commissione Governo del Territorio si è già riunita 35 volte, arrivando dunque quasi a raggiungere il numero dello scorso anno. Anche sei volte al mese, quindi più di una a settimana. Sette volte si è parlato di toponomastica: criticità legate ai nomi delle strade e nuove intitolazioni. Alcune volte l’argomento è stato accorpato ad altri, molte volte è stato l’unico argomento della commissione. Parlare di strade, dunque, nel 2019 è già costato al Comune circa 7.000 euro. Più volte da LBC è stata ribadita l’importanza della toponomastica, ma in discussione c’è l’opportunità e la diligenza del buon padre di famiglia, che potrebbe economizzare le spese del Comune e razionalizzare più possibile.
Bianca Francavilla e Alessandro Martufi
INTERVISTA
Coletta: fare meno sedute non è democratico
Nel 2018 il Comune di Latina ha speso 341.957 euro di gettoni di presenza. Abbiamo confrontato il costo con altri Comuni con popolazione pressappoco uguale ed è venuto, ad esempio, fuori che a Sassari (127.000 abitanti) sono stati spesi 76.957 euro in meno, a Ferrara (132.000 abitanti) 242.135 euro in meno. Come spiega questo esborso?
«Una premessa: la spesa del Comune di Latina per i gettoni di presenza dei consiglieri è in lieve calo rispetto alla precedente consiliatura (tra il 2012 e il 2013 per esempio sono stati sforati i 400mila euro all’anno). E negli ultimi due anni, 2017 e 2018, è pressoché stabile. Ma non credo che sia questo il punto. L’importo dei gettoni di presenza è fissato attraverso dei parametri di legge e sulla base della popolazione di un Comune. Ogni Comune tuttavia può operare delle scelte muovendosi fra un minimo e un massimo. Fare paragoni solo con un paio di Comuni che hanno “pressapoco” la popolazione di Latina (ce ne sono almeno altri 10 della stessa dimensione) mi sembra un po’ troppo sbrigativo. Ciò che voglio sottolineare invece è che i consigli comunali e le commissioni consiliari sono gli strumenti che garantiscono il dibattito democratico. Non c’è un parametro univoco che può consentirci di quantificare quanto debba essere ampio questo dibattito».
Altri comuni che rientrano nella stessa fascia di popolazione hanno ridotto l’importo del gettone di presenza per i consiglieri. Latina ha mai pensato a questo?
«Se ne è parlato, anche in passato. Tutto si può fare, purché avvenga nell’interesse dei cittadini e nel rispetto delle regole».
Analizzando i dati del 2019 viene fuori che si continuano a convocare più o meno lo stesso numero di commissioni dello scorso anno. È intenzione del Comune ridurre in qualche modo i costi?
«Ridurre i costi della politica e della macchina amministrativa è un bene, ridurre uno strumento di democrazia no. E le commissioni consiliari lo sono visto che, tra le altre cose, esercitano un controllo formale e sostanziale sulle delibere che arrivano in Consiglio comunale. Parliamo inoltre di un momento che riunisce attorno ai più importanti temi della città sia la maggioranza che l’opposizione. Spesso è proprio l’opposizione a chiedere la convocazione di una commissione».
Tra le commissioni che si sono riunite di più, al primo posto compare la commissione “Governo del territorio” che nel 2018 si è riunita 37 volte (circa 37.666 euro di spesa) e nel 2019 già 35 volte arrivando fino a sei riunioni al mese. Nell’ultimo anno sette volte si è parlato di toponomastica per un totale di 7.130 euro. Più volte avete spiegato l’importanza della toponomastica per Latina Bene Comune, ma non sarebbe possibile riunire più punti in un unico ordine del giorno in modo da convocare meno sedute?
«Nella commissione “Governo del territorio” ci sono due ambiti importantissimi: i lavori pubblici e l’urbanistica. Se il numero di sedute per questa commissione è leggermente più alto rispetto alle altre è comprensibile, considerata la vastità dei temi trattati. Ripeto: convocare meno sedute solo per ridurre i costi è un approccio sbagliato, rischiamo di fare solo demagogia. I costi della politica non si abbattono con questi provvedimenti che sanno di populismo. Il ruolo di consigliere, se esercitato con coscienza, partecipazione e dedizione, richiede tempo e applicazione ed è giusto che ci sia un equo riconoscimento economico. Vanno combattute le vecchie furbizie di chi prendeva il gettone e poi non partecipava».
Per migliorare la trasparenza, anche se non prescritto dalla legge, non sarebbe utile fornire un elenco aggregato di quante commissioni si sono svolte con votazione o senza votazione? Secondo lei, quante commissioni consiliari finiscono con una votazione su come procedere per i lavori o su testi da proporre al consiglio?
«Le commissioni non hanno soltanto funzione deliberativa, ma anche di indirizzo e consultiva. Spesso i consiglieri di maggioranza e opposizione lavorano anche solo su bozze di provvedimenti e trovo che questo sia un prezioso strumento democratico. Per questo ha poco senso parlare di quante commissioni finiscono con una votazione sul totale delle sedute, non può essere questo un indicatore di efficacia».
Bianca Francavilla