Proprio nel momento in cui la carcassa dell’auto si è spostata fino a raggiungere il punto in cui la marana attraversa via Doganale, creando un vero e proprio “tappo” con l’aggiunta di un enorme tronco di legno che si era di fatto accodato a quello che restava dell’autovettura, aumentando notevolmente i rischi di una esondazione che avrebbe invaso la vicina proprietà, è stato deciso di provvedere alla difficile rimozione dell’auto. L’operazione di recupero, durata all’incirca un’ora compresa l’attività di preparazione e costantemente “guidata” e monitorata da un drone, ha consentito la rimozione del grosso ostacolo permettendo la ripresa regolare del flusso d’acqua che scorre nella marana.
La successiva attività di indagine, resa particolarmente difficile dal fatto che la carcassa della autovettura Smart era rimasta diverso tempo a contatto con l’acqua, oltre al fatto che gli autori del reato avevano provveduto ad una parziale abrasione dei numeri di telaio, ha permesso di ricostruire l’esatta “tracciabilità” dell’auto. Si trattava, infatti, di una Smart rubata a Roma nei mesi scorsi, completamente spogliata di tutti i pezzi ed accessori, e sicuramente “smaltita” nel territorio di Grottaferrata o meglio gettata nel fosso, fino a quanto non ha raggiunto il nostro territorio.
L’utilizzo del drone è ormai diventato strumento operativo, nell’ambito delle attività di polizia ambientale ed edilizia, a servizio degli uomini del Comando della Polizia Locale. Particolare attenzione, con costante monitoraggio, viene rivolta proprio ai fossi al fine di rinvenire qualsiasi ostacolo in grado di ostruire il regolare flusso dell’acqua con le conseguenze già descritte.