IL BANDO PER ARCHITETTI UNDER 40
I lavori, dal taglio green, saranno realizzati seguendo le linee progettuali dello Studio UNO A, che si è aggiudicato un bando riservato ad architetti under 40. Il complesso immobiliare, di proprietà della società Alfiere controllata per intero da CDP Immobiliare (società controllata dal Gruppo CDP), è costituito da sei diversi corpi di fabbrica con una superficie lorda superiore ai 62.000 metri quadrati, a cui si aggiungono parcheggi interrati per 258 auto e 113 moto. “Diamo il via ai cantieri che cancelleranno uno dei simboli di degrado urbanistico della nostra città”, ha detto Raggi giovedì 10 ottobre, “E lo facciamo grazie ad un percorso di collaborazione e sinergia con Cassa Depositi e Prestiti. Un percorso che ha dato vita ad un progetto virtuoso che contribuirà a migliorare il tessuto urbano della Capitale”. IL SUPPORTO DI CASSA DEPOSITI E PRESTITI “L’avvio di questo intervento”, ha commentato Fabrizio Palermo, amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti, “ha un grande significato per CDP. Realizzeremo un progetto all’avanguardia dal punto di vista tecnico ed energetico. Le Torri potranno presto diventare la sede di primarie aziende italiane, che disporranno di un immobile iconico e sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. In CDP lavoriamo ogni giorno per sostenere progetti analoghi su tutto il territorio nazionale”.
INIZIA UNA NUOVA VITA PER I GRATTACIELI DI ROMA
Erano state inaugurate nel 1961 per accogliere gli uffici ministeriali e, dopo decenni di alti e bassi per il loro stato di abbandono e ricettacolo di degrado, sono state ribattezzate “le torri di Beirut”. Il via vai di operai al lavoro ora ridà vita ai grattacieli di Roma. Sul lato che costeggia la Cristoforo Colombo, di fianco a uno dei tanti cancelli di ingresso, resta per ora un piccolo santuario familiare fatto di fiori, foto e ritagli di giornale, simbolo delle torri cadute in disgrazia. È dedicato alla professoressa Isabella Monti, professoressa di matematica a La Sapienza, in pensione da pochi mesi, che il 15 ottobre del 2015 mentre camminava con la figlia venne schiacciata da un cancello uscito dai binari all’improvviso. Settecento chili di ferro che non le lasciarono scampo. Al centro di un processo ci sono i manager di più ditte.
LA VECCHIA INCHIESTA ANCORA PENDENTE
Nel 2015 la giunta Marino aveva dato l’ok al piano di riqualificazione proposto da Telecom Italia che ne avrebbe voluto fare la propria sede e definito un “progetto senza speculazione edilizia” dallo stesso Caudo. Il progetto, in realtà, fu messo in dubbio e bloccato, quasi subito, dall’allora consigliere e successivamente Ad di Telecom Italia, Flavio Cattaneo. Vicenda culminata nel 2016 con la revoca, da parte della sindaca Raggi e del suo assessore Paolo Berdini, del permesso per costruire. Sui grattacieli incombe anche un’altra inchiesta che ha coinvolto, tra gli altri, l’ex assessore per la riqualificazione urbana della giunta Marino, Giovanni Caudo (Pd), professore di progettazione urbanistica all’Università Roma Tre e attuale presidente del III Municipio, accusato di traffico di influenze illecite. La procura ha appena completato le indagini. Secondo l’ipotesi accusatoria, respinta con forza dal minisindaco, avrebbe accelerato la pratica in cambio della promessa di consulenze. Per il legale di Caudo, l’avvocato Fabrizio Merluzzi: “Un protocollo di intesa con l’Università la Sapienza per assicurare a Roma Capitale la qualità dell’intervento di restauro e risanamento conservativo delle ex Torri dell’architetto Ligini è stato scambiato per un sotterfugio ai fini di non far pagare gli oneri dovuti”.
Adelaide Pierucci