Lo Spreco Alimentare è la quantità di cibo coltivato, raccolto, prodotto, preparato, acquistato non consumato che finisce nella pattumiera e viene distrutto. Perché si spreca? I motivi sono economici (prezzi troppo alti o troppo bassi, domanda e offerta non si incontrano), estetici (il prodotto non soddisfa per l’aspetto fisico, per la collocazione e la quantità esposta sullo scaffale, per imballaggi sgradevoli o deteriorati, data di scadenza, etichette poco chiare, ambientali calamità naturali, contaminazioni, deperimento).
La legge Gadda del 2016 sullo spreco alimentare che detta nuove regole per le donazioni e il recupero delle eccedenze alimentari, e la crisi economica hanno ridotto la quantità di cibo buttato in Italia che oggi è di circa 90 kg pro capite così suddiviso: 17% frutta e verdura, 15% pesce, pane e pasta 28%, uova 29%, carne 30%, latticini e formaggi 32%, che fanno, in soldoni, 250 euro/a a famiglia. Lo spreco italiano vale 8,5 mld di euro pari allo 0,6 del Pil, pesa 2,2 mln di tonnellate utili a sfamare 44 mln di persone.