Tutto trae origine da accertamenti effettuati su un’auto acquistata da un ignaro acquirente su un noto sito di compravendita. L’ispezione accurata del veicolo ed il controllo della carta di circolazione hanno consentito alla Polstrada di svelare il modus operandi del gruppo organizzato, che si rivelerà essere uno schema eseguito in molti altri casi: l’autovettura, in realtà rubata, era stata dotata di targhe e carta di circolazione riconducibili ad un veicolo dello stesso modello non più marciante perché incidentato, acquistato dal capo dell’associazione a prezzi bassissimi. Il veicolo era stato intestato a L.M.D. di 33 anni – deceduto per cause naturali nel corso delle indagini – e successivamente rivenduto ad un ignaro acquirente. Ulteriori accertamenti hanno evidenziato come L.M.D. fosse stato proprietario, per breve tempo, di numerosi autoveicoli, poi velocemente rivenduti.
I controlli, estesi alle altre autovetture vendute da L.M.D., hanno confermato che anche altri 8 veicoli erano stati riciclati con le stesse modalità fraudolente, a danno di altrettanti ignari acquirenti.
A capo dell’organizzazione H.M. romano di 44 anni, detto Gugu, aveva il compito di trovare i relitti dei veicoli incidentati e ordinare agli altri soggetti come procedere al riciclaggio delle auto rubate. Il compito di rubare i veicoli era, invece, del fratello del capo H.G. romano di 34 anni detto Yuri, insieme a S. T. romeno di 31 anni detto Tommy, S.F. romano di 46 anni detto Ciccio e S.G. romano di 46 anni detto Vecchio. Il compito di occultare e trasportare i veicoli rubati era di P.A. romano di 40 anni.
Sono circa 30 i veicoli sequestrati e restituiti ai legittimi proprietari, alcuni dei quali già fatti a pezzi per essere rivenduti come ricambi.