Confermata la condanna a otto anni di reclusione. Da parte della Corte d’Appello di Roma nessuno sconto a Costantino Di Silvio, detto Pesce, accusato di aver cercato di uccidere lo scorso anno la ex moglie a colpi di pistola. I giudici capitolini hanno respinto il ricorso dell’imputato e avallato la sentenza emessa dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giorgia Castriota. Il 14 luglio 2018 Manuela Piccirilli venne ferita all’addome e a un braccio con tre colpi esplosi in via Helsinki, nel capoluogo pontino, da “Pesce”, poi arrestato dalla Polizia. La 44enne venne colpita mentre usciva dalla casa della zia di Costantino Di Silvio e operata d’urgenza dai medici dell’ospedale “Goretti”. “Pesce” si era nascosto tra le auto parcheggiate e dopo aver sparato si era dato alla fuga alla guida di una Fiat Grande Punto grigia. Rintracciato in centro, era stato bloccato e rinchiuso in carcere, con l’accusa appunto di tentato omicidio. I difensori, gli avvocati Maria Antonietta Cestra e Giuseppe Lauretti, hanno sostenuto invece che l’imputato non voleva uccidere e che, come aveva affermato una volta interrogato dal gip, voleva solo spaventare la ex moglie, tanto che aveva esploso i colpi puntando a terra ma gli stessi avevano ferito la donna essendo rimbalzati. I due legali hanno inoltre sempre ritenuto che a mandare su tutte le furie “Pesce”, facendolo così agire di impulso e senza premeditazione, fosse stato il particolare di aver visto la donna con la zia, ritenuta da lui la causa della fine del suo matrimonio, e le parole a lui rivolte dalla ex: “Ma che vuoi bastardo?”. La difesa ha infine sempre specificato che da tempo Costantino Di Silvio aveva preso le distanze dalla sua famiglia, che viveva del suo lavoro e per questo era visto male dai nomadi, realtà con cui aveva rotto ma con cui la ex moglie, tramite appunto la zia, manteneva un legame. Spiegazioni che non hanno intaccato l’ipotesi del tentato omicidio e la condanna a otto anni di reclusione è stata ora confermata.
12/10/2019