Quarantotto anni di carcere per due imputati e l’assoluzione per un terzo. Questa la sentenza emessa dalla Corte d’Assise del Tribunale di Latina al termine del processo per l’omicidio di Gloria Pompili, la 23enne di Frosinone costretta a prostituirsi e poi massacrata di botte sotto gli occhi dei figli di 3 e 5 anni. Era il 23 agosto 2017 quando, su una piazzola di sosta della Monti Lepini, nel Comune di Prossedi, la giovane spirò a causa del pestaggio subito poco tempo prima. A finire accusati di omicidio sono stati la cugina della vittima, Loide Del Prete, 40 anni, e il compagno della 40enne, Saad Mohammed Elesh Salem, di 24 anni, di nazionalità egiziana, entrambi arrestati a distanza di un mese dal delitto e ora condannati a 24 anni di reclusione a testa. Imputato solo per maltrattamenti e sfruttamento della prostituzione invece il marito di Gloria, fratello di Elesh, Mohamed Mohamed Hady Saad, di 29 anni, per cui il pm Carlo Lasperanza aveva chiesto uan condanna a 12 anni di reclusione ma che è stato assolto. Gloria Pompili, dal mese di febbraio 2006, sarebbe stata fatta prostituire dai parenti nella sua abitazione, sull’asse attrezzato di Frosinone e a Nettuno, sulla Nettunense. E proprio rientrando a Frosinone dal litorale romano, giunta nel territorio del Comune di Prossedi, la giovane morì. Nel corso del processo la ex padrona di casa della 23enne ha anche raccontato che un giorno vide i due figli piccoli della ragazza chiusi in una gabbia legata con una fune e lasciata penzolare dal balcone. Una situazione di profondo degrado. Tra novanta giorni verranno depositate le motivazioni della sentenza.
12/10/2019