STADIO FLAMINIO E PALATIZIANO
“Nella proposta – si legge ancora nel progetto preliminare conseganto dal presidente Lotito alla sindaca che il Caffè ha potuto visionare – c’è anche la richiesta al Comune di Roma di avere in uso il complesso dello stadio Flaminio per trasformarlo nel Museo della Polisportiva SS Lazio (…) l’impianto verrebbe ristrutturato e rifunzionalizzato, realizzando un grande teatro all’aperto per concerti e manifestazioni, con annessi ristoranti, bar e un cinema. Il tutto in stretta connessione funzionale e logistica con il (vicinissimo, ndr) Parco della musica (…) anche il palazzetto dello sport (più conosciuto come palaTiziano e situato ai Parioli, ndr) potrebbe entrare in questa vicenda – si legge ancora tra le carte – infatti la struttura necessita di manutenzione ed ha una fortissima rilevanza per tute le attività sportive indoor della polisportiva stessa che potrebbero definitivamente trovare una casa”.
Grancio: “Ancora un’invasione del fiume Tevere”
“Evidentemente – attacca la consigliera Cristina Grancio, ex M5s ed ora nel Gruppo misto che riveste anche il ruolo di vicepresidente della Commissione Urbanistica – c’è una vera vocazione nei dirigenti delle due società calcistiche romane, di invadere, in variante al Piano Regolatore, le aree a rischio di esondazione del Tevere, tutelate dal Piano dell’Autorità di Bacino e preziose per salvaguardare l’equilibrio idrogeologico della città. L’Amministrazione capitolina non può essere il notaio di interessi immobiliari che usano lo sport per portare avanti operazioni urbanistiche che altrimenti non sarebbero proponibili. “Continuare ad occupare le aree golenali libere – prosegue la consigliera – significa esporre tutta la città al rischio di gravi eventi idraulici, soprattutto in prospettiva del cambiamento climatico che sta modificando sostanzialmente le caratteristiche delle precipitazioni piovose. Vorrei inoltre segnalare ai dirigenti della SS Lazio che le aree a ridosso del Tevere sprofondano al ritmo di 3-4 millimetri all’anno, come sanno bene alla nuova Fiera di Roma, dove parte degli edifici è stata dichiarata inagibile dopo solo sei anni. Insomma la Lazio non ripeta gli errori/orrori dei cugini giallorossi e l’Amministrazione capitolina dica chiaramente che va chiusa l’epoca delle deroghe al Piano regolatore della città.”