“Sono dell’opinione che “Cambiamo” rappresenti una assoluta novità nel panorama politico attuale – spiega – un percorso rilevante per costruire una classe dirigente finalmente rinnovata, meritocratica e vicina alle istanze delle famiglie di Ardea. Principi e concetti estranei al Movimento Cinque Stelle, sempre più invaso da egoismi personali e smania di poltrone”.
E ancora: “Oggi non ci si può più permettere di dissentire perché si diventa vittime di un processo mobbizzante che ti porta all’esclusione – spiega la consigliera ex M5S –. Questo è successo nel mio caso: fino a un anno fa ero una di quelle che partecipava attivamente alle scelte politiche e poi, piano piano, mi è stato detto di farmi da parte. Ho scelto di non votare gli ultimi debiti fuori bilancio perché il Movimento 5 Stelle ha sempre invitato a non produrli. Autorevoli esponenti del Movimento di Ardea, con incarichi istituzionali, mi hanno scritto alcuni diktat con delle prescrizioni da seguire per cercare di rientrare nel gruppo, in un modo che sembrava quasi di avere a che fare con una setta”. Infine: “Mi hanno invitata a non scrivere più sui social perché ero scomoda, scusate se sono una voce libera e fuori dal coro, scusate se non mi sono messa ad alzare la mano a comando, se ho creduto in un progetto che mi ha profondamente deluso”.