Dopo quattro anni e diciassette udienze, ieri il giudice Fabrizio Basei del tribunale di Velletri ha pronunciato una sentenza di assoluzione nei confronti dell’ex consigliere comunale di Ardea Luca Fanco, che era imputato nel processo per l’incendio dell’automobile di Massimiliano Giordani, attuale consigliere comunale ardeatino e all’epoca dei fatti presidente del Consiglio comunale.
La Bmw X5 nera – che pur essendo di proprietà della moglie, di fatto veniva usata regolarmente da Giordani – prese fuoco nel 2013 e le indagini degli inquirenti, due anni dopo, portarono al rinvio a giudizio di Fanco con l’accusa di danneggiamento seguito da incendio. Fin da subito l’ex consigliere si era detto estraneo ai fatti e, nell’udienza di ieri, anche il magistrato chiamato a giudicare il suo caso lo ha liberato dall’accusa, pronunciando una sentenza di assoluzione “per non aver commesso il fatto”.
Soddisfatto l’avvocato difensore di Luca Fanco, prof. Antonello Madeo, che resta in attesa di leggere le motivazioni della sentenza. «Addirittura durante le indagini preliminari gli organi inquirenti proposero, nei confronti di Fanco, l’arresto e l’avviso orale. Misure che sono state sempre rigettate – ha detto l’avvocato, sentito dal Caffè – In tutti questi anni abbiamo sentito credo una ventina di testimoni, tra cui ex politici, carabinieri e amministratori pubblici. Una vicenda davvero incredibile».
A conti fatti il caso dell’incendio dell’automobile di Massimiliano Giordani – come del resto di quelle di altri politici, giornalisti ed esponenti delle forze dell’ordine di Ardea che si sono verificati negli ultimi anni – resta ancora avvolto in una inquietante nube di mistero.