Quando però sembra trovarsi in una strada senza uscita, l’affetto di una città e il passaparola ne riaccendono la speranza. Amici in comune lo mettono in contatto con una terracinese che si è trasferita da anni in America ma che, legatissima al suo posto d’origine, torna a Terracina per le sue vacanze estive. Francesca Marchini – l’architetto impegnato anche nel progetto dei recupero dei tronchi dei pini abbattuti dall’uragano – conosce Manuele e gli parla dell’esistenza di una clinica americana a Boston, la città dove abita. Il Massachusetts Eye And Ear, tra le varie specializzazioni e progetti sperimentali, include anche un programma di ricerca per il LHON. Ma le sorprese non sono finite tanto che contestualmente viene avviata una campagna social di raccolta fondi per sostenere le spese delle cure e capace di superare qualsiasi rosea aspettativa raccogliendo in due giorni oltre 30mila euro. Non mancano neanche le manifestazioni di vicinanza come una partita di calcio organizzata tra le vecchie glorie calcistiche di Terracina.
La vicinanza della comunità ha convinto Manuele a non demordere e grazie all’impegno della concittadina d’oltreoceano, ha intrapreso il viaggio della speranza nella clinica di Boston. “Una trasferta, la prima di altre che seguiranno a breve, durata otto giorni e che ha avuto un grande significato personale. Ho trovato un team di medici specializzati sulla patologia. Si è improvvisamente riaperto uno spiraglio per migliorare la mia condizione quando iniziavo a non crederci più. Non è stato facile partire per gli Stati Uniti senza Sara, la mia compagna, e Noemi mia figlia di un anno. Per questo devo ringraziare Silviano Valenti che mi ha accompagnato durante il viaggio ma soprattutto Francesca Marchini che, dopo avermi fatto conoscere questa opportunità, mi ha seguito passo passo per tutto il mio soggiorno”.
E ora quali sono i prossimi step? “Rientrato da questa prima tranche di cure americane il 1° ottobre, aspetto che mi richiamino prossimamente per un nuovo ciclo di terapie. È senza dubbio una bella sensazione sentire l’appoggio di tante persone che condividono con me questa battaglia, amici e concittadini appunto, in primis la mia famiglia che chiaramente risente maggiormente delle mie condizioni ma che mi dà la forza per non arrendermi e affrontare la sfida con la determinazione necessaria”.