LO SCONTRO MEDIATICO E GIUDIZIARIO
Sin da subito, contro il vincolo ministeriale si sono schierate sia mediaticamente che giuridicamente alcune società locali del settore edile-industriale, appoggiate dal comune di Pomezia, che hanno presentato un ricorso al Tar del Lazio per chiedere l’affossamento di tutte le tutele paesaggistiche. A favore del vincolo: i cittadini, i comitati, le associazioni territoriali e, per l’appunto, il Ministero dei Beni Culturali che l’ha istituito, difeso dall’Avvocatura dello Stato. Dopo un primo e durissimo faccia a faccia al Tar del Lazio, che ha visto vincitori i cittadini, il terreno di scontro si è spostato ora al Consiglio di Stato. Proprio ieri, giovedì 26 settembre, assolutamente dure e decisamente contrapposte le posizioni delle due parti nel corso dell’ultima e decisiva udienza. Assente, a differenza di quanto accaduto al Tar del Lazio, il Comune di Pomezia che sembra essersi defilato.
FRANCESCHINI E BONISOLI A FAVORE DEL VINCOLO
A fine 2018, subito dopo la sentenza di primo grado del Tar che bocciava sonoramente le richieste delle società edilizie-industriali, il comune di Pomezia arrivò addirittura a chiedere l’avvio di un tavolo inter-ministeriale per provare a ‘sabotare’ l’estensione delle tutele. Così riportava, nero su bianco, una interrogazione urgente a risposta scritta presentata dal senatore Gaetano Quagliarello, in quota Forza Italia, rivolta a Alberto Bonisoli, allora Ministro per i Beni Culturali e del Turismo, in quota 5 Stelle. Fonti istituzionali de il Caffè confermano che l’ex ministro Bonisoli però non ha mai ‘assecondato’ il pressing politico del comune pometino e dei politici di Forza Italia, ma ha sempre puntato sulla tutela vera e totale del territorio di Ardea e Pomezia. Tra l’altro dallo scorso 5 settembre, giorno in cui è entrato in carica il governo Conte-bis, il Ministero dei Beni Culturali è tornato nelle mani di Dario Franceschini. L’inchiesta completa sul prossimo numero de il Caffè di Ardea e Pomezia in distribuzione da giovedì 3 ottobre.