Ospedali a mezzo servizio, reparti in difficoltà, emorragia di personale e posti letto, utenti in attesa nei pronto soccorso. È una sanità in costruzione, quella del bacino castellano e litoraneo dell’AslRm6, che sta cercando con impegno e e dedizione di consegnare alla cittadinanza servizi e prestazioni quanto più efficaci ed efficienti possibile. Con risultati, almeno ad oggi, alterni, che non sempre soddisfano l’utenza e conducono, in alcuni casi, alla polemica politica tra enti territoriali. Sono tante le questioni aperte e i presidi in cerca di rilancio: dal San Giuseppe di Marino, che in tanti vogliono ritorni h24, al presidio di Velletri, in attesa del necessario potenziamento; dal Riuniti di Anzio-Nettuno, che ha visto il reparto di pediatria a rischio chiusura (allarme per ora rientrato, ndr) al San Sebastiano di Frascati, che ha vissuto recentemente alcune criticità. E poi c’è il Policlinico dei Castelli Romani, inaugurato lo scorso dicembre ma ancora alla ricerca della massima ottimizzazione. Insomma, la sanità castellana è incastrata nella contraddizione: tra rilancio sperato e problematiche del presente. Alla squadra del direttore generale dell’AslRm6, Narciso Mostarda, risolvere criticità e garantire il diritto alla salute del cittadino. Una mission davvero non facile.
VELLETRI
COLOMBO: SERVE UNA STRATEGIA DI RILANCIO
Tra gli ospedali castellani maggiormente bisognosi di rilancio, figura senza dubbio quello di Velletri, che serve un bacino ampio e variegato. Nel presidio si attende da tempo l’ampliamento del pronto soccorso, la camera calda e la tac: insomma, servizi e macchinari fondamentali per il potenziamento dell’ospedale veliterno. A settembre la politica regionale ha ruggito, sottolineando le criticità e chiedendo un intervento fattivo delle istituzioni competenti: “Al di là delle promesse dei vertici aziendali e del totale disinteresse di Zingaretti, in ben altre cose affaccendato, l’Ospedale di Velletri continua a perdere pezzi”, ha tuonato il consigliere meloniano, Giancarlo Righini, secondo il quale non si arresta “l’emorragia di posti letto e di servizi, unita alle enormi difficoltà che si vivono all’interno del Pronto Soccorso”. Sul tema Narciso Mostarda, Direttore generale della Asl Roma 6, ha incontrato il Sindaco di Velletri, Orlando Pocci, con l’obiettivo di elaborare una strategia sinergica per il nosocomio veliterno ed elaborare un piano operativo per potenziare alcuni servizi fondamentali della struttura sanitaria. Questo il punto del dg: “Siamo impegnati, già da qualche mese, nel completamento dell’iter amministrativo per la gara d’acquisto della nuova tac, di cui prevediamo la conclusione entro tre mesi”. Mentre sula camera calda “è in corso una revisione progettuale” per la sua realizzazione e “l’ampliamento del pronto soccorso, già finanziati”. Il potenziamento dell’ospedale passa ovviamente anche per le assunzioni di nuovo personale, che nel 2019 sono state, finora, 25, fra medici, infermieri e tecnici.
MARINO
IL SAN GIUSEPPE DA VALORIZZARE: “DOVREBBE TORNARE H24”
Come detto, sui territori è forte la voglia di avere una sanità all’altezza delle aspettative collettive. Pure a Marino, dove da qualche mese è nato un comitato, guidato dall’ex sindaco Giulio Santarelli, che chiede la definitiva valorizzazione del San Giuseppe, ospedale dal passato glorioso e oggi ridimensionato nelle prestazioni. Il comitato ha organizzato incontri sul territorio e parlato con la dirigenza dell’AslRm6 ribadendo la centralità del nosocomio marinese, nell’auspicio di farlo ritornare un h24 e non semplicemente un h12, come avviene attualmente. Una tesi sposata in tempi non sospetti dal sindaco di Marino, Carlo Colizza, secondo il quale “il San Giuseppe, dunque, deve tornare ad avere una piena centralità operativa, all’interno di un contesto che vede un deficit strutturale di posti letto non colmato dalla apertura dell’Ospedale dei Castelli ma anzi è aggravato dalla contestuale chiusura dei nosocomi di Genzano di Roma e Albano Laziale”. Questo il pensiero del primo cittadino. Vedremo cosa ne penserà il direttore dell’Asl Mostarda.
FRASCATI E ANZIO
OSPEDALI IN DIFFICOLTÀ
Chi non se la passa certamente meglio sono due ospedali cardine dell’AslRm6: il San Sebastiano di Frascati, punto di riferimento dell’area tuscolana, e il Riuniti di Anzio-Nettuno, presidio importante del territorio litoraneo a sud dei Castelli Romani. Entrambi hanno recentemente vissuto l’alzata di scudi di cittadini e istituzioni in merito ad alcuni servizi a singhiozzo o a rischio operatività. Il San Sebastiano è finito alla ribalta delle cronache per la presunta momentanea interruzione del laboratori di analisi: “A quanto risulterebbe oggi – ha denunciato il 18 settembre il consigliere regionale, Antonello Aurigemma -, i prelievi non sarebbero stati trasferiti al Sant’Eugenio (hub di riferimento) e sarebbero rimasti in sede. Qualora fosse vero, ne conseguirebbe il rischio, vista l’attesa, dell’affidabilità dell’esito delle analisi stesse”. Sul tema l’esponente della Pisana aveva annunciato anche una interrogazione urgente. Ma pronta è giunta la risposta dell’AslRm6: “Non c’è stata alcuna interruzione di servizio”, e “i cittadini non sono stati privati del servizio dei prelievi che ha avuto una parziale interruzione della durata di 30 minuti causata da un blocco informatico che ha coinvolto la ASL Roma 2 e la Asl Roma 6 per le prestazioni di medicina di laboratorio”. Blocco poi risolto e al termine del quale le accettazioni presso il Cup di Frascati sono regolarmente riprese. Ore di preoccupazione anche tra Anzio e Nettuno, dove i due sindaci sono saltati dalla sedia e poi hanno promesso le barricate contro il rischio chiusura del reparto di pediatria. Una alzata di scudi, accompagnata da un coro unanime di sostegno da cittadini, opposizioni locali e rappresentanti della Regione Lazio, che pare abbia smosso le volontà dell’Azienda sanitaria: “La grave carenza di medici specialisti in Pediatria già da diverso tempo ha messo in crisi soprattutto l’Ospedale Riuniti. Negli ultimi mesi abbiamo potuto garantire la piena operatività solo grazie a una convenzione con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Abbiamo ricevuto conferma che detta convenzione, che ci garantisce pediatri di elevata professionalità, proseguirà. Possiamo rassicurare le future mamme e tutte le famiglie che il punto nascita della struttura ospedaliera continuerà a svolgere la normale attività”. Per ora, il reparto è salvo.
OSPEDALE CASTELLI
I NUMERI (E I MACCHINARI) NON BASTANO
Lo scorso dicembre l’ospedale dei Castelli ha finalmente aperto le porte. Un policlinico dai grandi numeri: la superficie totale misura 15 ettari, 60 mila i metri quadrati di superficie coperta e un totale a regime di 342 posti letto. E’ dotato di macchine a elevata performance tecnologica – due risonanze magnetiche, due Tac, due Angiografi, tre mammografi digitali con tomosintesi e stereotassi e varie altre apparecchiature per la diagnostica per immagini. I nuovi ambulatori sono 22 con 17 posti a disposizione per la dialisi e 14 reparti per le acuzie. Undici i macchinari per la diagnostica per immagini, 9 le sale operatorie e 22 ascensori. Insomma, sulla carta, un ospedale preparato per tutte le evenienze. Eppure non sono mai mancate le segnalazioni dei cittadini che si lamentano della precarietà di alcuni servizi o le denunce mediatiche in merito alla mancata ottimizzazione della struttura. Serve tempo, è vero, ma la comunità chiede servizi efficienti ed efficaci, soprattutto visto e considerato che l’apertura dell’ospedale dei Castelli è arrivata con la contestuale chiusura dei nosocomi di Albano, Genzano ed Ariccia.