Poteri e fondi speciali per la Capitale: di questo si è parlato nel corso dell’iniziativa «Roma 2030» promosso dalla Camera di Commercio di Roma che ha affidato una ricerca al sociologo Domenico De Masi, per tratteggiare punti di forza e debolezze da qui al prossimo decennio. Risultato: un’indagine multidisciplinare con il contributo di 22 esperti. Dal dibattito al Tempio di Adriano, ospite d’eccellenza il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, lo spunto rimbalza a Montecitorio: dopo aver assistito al convegno, nel pomeriggio la sindaca incontra il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, per discutere del nuovo status e dei fondi per la città.
Cementato il dialogo con il premier Giuseppe Conte, Virginia Raggi cerca sponda anche nel capo politico del Movimento. Nel faccia a faccia, durato poco meno di un’ora, si fa il punto sui dossier già avviati per valutare come accelerare con il sostegno del nuovo governo. Si parla del doppio salvataggio, di Atac e dell’Industria italiana autobus (con sede ad Avellino e in Turchia), e dell’arrivo di 700 nuovi mezzi acquistati tramite piattaforma Consip. Un passaggio del colloquio riguarda la metropolitana con l’arrivo di nuovi treni (12 per la linea A e due per la B con una parte dei 425 milioni stanziati dal ministero delle Infrastrutture) e l’ulteriore tranche di finanziamenti per aumentare le corse della linea C riducendo i tempi di attesa. Che la riforma istituzionale caldeggiata dalla sindaca sarà l’argomento del giorno lo si intuisce fin dalle prime battute del simposio. Con Raggi che, uscendo, ribadisce: «Siamo tutti pronti a fare squadra per avere una Capitale con uno status speciale, affinché possa finalmente ripartire». Nel discorso di apertura il padrone di casa, Lorenzo Tagliavanti, auspica «un governo istituzionale autonomo, una regione metropolitana sull’esempio di Bruxelles, per valorizzare il patrimonio produttivo e l’identità cosmopolita». Ricorda invece il convegno sui «mali di Roma» del ‘74 il presidente del Censis, Giuseppe De Rita, come l’ultima piattaforma con un respiro progettuale, mentre al presente mancano «una cultura visionaria» e «un gruppo dirigente che ci crede». Nel suo excursus De Rita contrappone la Roma dei papi, delle grandi famiglie nobiliari, delle scholae, del mecenatismo illuminato e della Chiesa alla «mediocrità quotidiana». Scenario nel quale è difficile ipotizzare che arrivi «il genio, un nuovo Nathan», mentre «i corpi intermedi devono reagire al decadimento verso il basso del ceto medio».
Il tema della sostenibilità, non solo ambientale o in rapporto al modello di sviluppo capitalistico, viene declinato in chiave umanistica da Leonardo Becchetti, ordinario di Economia politica a Tor Vergata. Nell’illustrare il gap tra centro e periferia – per il reddito familiare lo scarto è di nove punti – l’esperto si sofferma sul concetto di «povertà della vita di relazione» e introduce il neologismo di «generatività» ovvero: «Le persone sono felici se la loro vita impatta in modo positivo su quella degli altri». Nella classifica delle città italiane più «generative», Roma è al 53° posto. Tra le leve da attivare, oltre al mercato e alla politica, la cittadinanza attiva e la cooperazione singoli-imprese. Innocenzo Cipolletta, ex dirigente delle Ferrovie dello Stato, insiste invece sull’importanza di progettare nuovi quartieri che diventino fulcri di interesse come la zona di Porta Nuova a Milano. L’architetto Massimo Locci auspica «continuità amministrativa e fisica» nel costruire la Capitale del futuro, mentre Giuseppe Roma (Rur-Rete urbana delle rappresentanze) denuncia il forte ritardo nella progettazione degli interventi per il Giubileo del 2025. Per il terzo settore Francesca Danese chiede più bellezza nelle periferie, «perché crediamo nel connubio tra etica ed estetica». Per il mondo imprenditoriale Filippo Tortoriello, presidente di Unindustria, insiste sull’importanza che la richiesta di poteri speciali sia accompagnata dalla capacità della politica «di formulare proposte progettuali». La rigenerazione urbana è invece l’oggetto della breve conversazione a latere tra la sindaca e il presidente dell’Acer, Nicolò Rebecchini.
«Vivere e lavorare a Roma è un privilegio, ma Roma non è una città privilegiata. Perché le sue caratteristiche le impongono di affrontare ingenti oneri: problemi e costi che allo stato attuale gravano quasi esclusivamente su Roma. La Roma degli italiani non può essere trascurata dal governo nazionale»: parole che hanno un peso. A pronunciarle, il presidente della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti, mercoledì al Tempio di Adriano per il convegno «Roma 2030 – Idee per la città».
«La proposta più convincente: regione metropolitana»
Ha proseguito Tagliavanti: «In rappresentanza del mondo produttivo abbiamo, in tempi recenti, espresso l’auspicio che venisse attivata una funzione permanente istitutiva dei rapporti del governo con la sua Capitale. Roma ha bisogno di contare su un assetto istituzionale adeguato alle sue funzioni. Merita di essere dotata di poteri adeguati a gestirne dimensione e complessità, in linea con quanto già avviene in tutte le grandi capitali europee, che beneficiano da tempo di una legislazione e di uno status speciale. Ritengo che Roma regione metropolitana sia la proposta più convincente fra quelle presenti nel dibattito in corso».
La provincia: 500mila imprese e 1,8 milioni di occupati
Anche da punto di vista economico, è stato sottolineata la forza della città spesso oscurata da emergenze che guadagnano più facilmente la ribalta: «Roma è, accanto a Milano, il fulcro produttivo dell’Italia. Lo stato di salute economico e sociale ideale di Roma coincide con lo stato di salute economico e sociale ideale dell’intera nazione. Le imprese che qui operano sono più di 500mila. La provincia di Roma è, inoltre, quella che conta il maggior numero di occupati: oltre 1,8 milioni». Se ne tenga finalmente conto, il messaggio che arriva da piazza di Pietra.
Raggi: «Pronti a fare squadra per uno status speciale»
«Siamo tutti pronti a fare squadra per avere una Capitale con uno status speciale, affinché possa finalmente ripartire«: lo ha detto la sindaca di Roma Virginia Raggi lasciando la Camera di Commercio. Ha aggiunto: «La presenza del presidente della Repubblica è fondamentale, così come sono state importanti tutte le dichiarazioni».