Il Comune di Pomezia è pronto a chiedere i danni. La giunta del sindaco pentastellato Adriano Zuccalà ha deciso di far costituire l’ente locale parte civile contro i quattro imputati accusati di estorsione, usura e di aver compiuto attentati con ordigni da guerra, agendo con modalità mafiose, ai danni di due imprenditori di Aprilia e Pomezia.
Un processo in corso davanti al Tribunale di Velletri, che riprenderà il prossimo 2 ottobre. La giunta intende in tal modo chiedere agli imputati, Sergio e Giampiero Gangemi, calabresi trapiantati da tempo ad Aprilia, Patrizio Forniti, di Anzio, e Mirko Morgani, di Latina, nel caso in cui venissero condannati, i “danni patrimoniali e non derivanti al Comune dai fatti contestati, ivi compresi quelli di immagine”. Il Comune di Aprilia, dopo ampio dibattito sulla vicenda, non ha invece ancora deciso se costituirsi parte civile nello stesso processo.
Gli imputati sono accusati di aver tormentato per quattro anni i due imprenditori. Un giudizio frutto di un’inchiesta dell’Antimafia di Roma partita dopo che, il 31 luglio 2016, i carabinieri intervennero in via Poggio Paradiso, a Pomezia, dove un imprenditore riferì loro di aver sentito esplodere dei colpi d’arma da fuoco contro la sua abitazione. Gli investigatori trovarono subito nei pressi di uno dei cancelli di accesso alla casa 28 bossoli calibro 223 Remington. L’imprenditore, impegnato nel campo delle energie alternative, sostenne inizialmente di non riuscire a darsi una spiegazione dell’accaduto, ma poi pian piano iniziò a parlare, riferendo agli investigatori dei problemi suoi e di un suo socio in affari con la famiglia Gangemi di Aprilia, che avrebbe chiesto loro 25 milioni di euro a fronte di un prestito di 13 milioni.
Parlò di grossi acquisti di prodotti di elettronica fatti all’estero utilizzando capitali di soci occulti, appartenenti a contesti malavitosi, poi rivenduti in Italia alle catene di distribuzione commerciale, e sottolineò che a suo parere il gesto intimidatorio era probabilmente opera della nota famiglia calabrese. Riferì inoltre di un primo attentato nel 2014 ai danni del suo socio in via Cagliari, ad Aprilia. Aggiunse che i Gangemi avevano iniziato a minacciare anche lui e che a nulla era servito aver versato loro ingenti somme. Specificò infine che ignoti lanciarono in precedenza due bombe nel giardino della sua abitazione, a Torvaianica, e che aveva saputo che l’attentato era opera di Forniti. Ora il processo davanti al Tribunale di Velletri, con uno dei Comuni coinvolti, quello di Pomezia, impegnato a sostenere in aula la pubblica accusa e a chiedere un risarcimento danni agli imputati.