Gli studenti tornano sui banchi nella Capitale. Porte aperte per la metà delle oltre 500 scuole, primo giorno per molti dei 600mila alunni, un nuovo capitolo che si apre tra forti emozioni e tante paure. Un tuffo tra i libri che a Roma significa anche fare lo slalom tra rifiuti maleodoranti, aule ancora sporche, doppie file ed emergenza personale. Dalle zone del centro alle periferie più complicate, dalle superiori alle elementari, per famiglie, studenti e docenti è iniziato un anno scolastico carico di aspettative e criticità, sfide e soliti problemi. A partire dalle carenze di organico: mancano all’appello tremila docenti, tra quelli di ruolo e di sostegno. Cattedre vuote che non saranno riempite nelle prime settimane con i presidi, altrettanto «provvisori», a fare da guida a più istituti in contemporanea e a combattere con la cronica insufficienza di bidelli e assistenti. Sarà l’anno del cambiamento ad esempio per il più antico liceo classico capitolino, l’Ennio Quirino Visconti a piazza del Collegio Romano. La storica dirigente Clara Rech è stata sostituita dalla reggente Monica Galloni, ma non solo: molti docenti di lungo corso sono andati in pensione e serpeggia tra i ragazzi qualche timore per i cambiamenti da affrontare. «La nuova preside sembra che darà meno spazio all’autogestione e questo ci preoccupa», raccontano gli studenti appena finite le prime ore di lezione. Temono anche restrizioni e divieti per quanto riguarda l’abbigliamento: «Ce le hanno già paventate, ma sarebbe una limitazione alla nostra libertà che speriamo non si verifichi».
13/09/2019