Maggiore offerta scolastica. Gestione diretta del verde. E più decoro. Sono i primi punti all’ordine del giorno per il I Municipio, che da agosto si trova inoltre a dover fronteggiare l’incremento di lavoro dell’anagrafe. Senza però avere le risorse, come spiega la minisindaca Sabrina Alfonsi nel’intervista a tutto campo che ha concesso al Caffè di Roma.
Presidente, quali sono le problematiche più urgenti che l’amministrazione sta affrontando dal mese di agosto?
“Durante il periodo estivo, il primo Municipio ha due questioni all’ordine del giorno. La prima riguarda le nostre scuole, perché sfruttiamo proprio i mesi di chiusura per sistemare le strutture e potenziare l’offerta formativa. In particolare, stiamo portando avanti un grande intervento all’asilo nido di San Gregorio al Celio. Tutto il corpo centrale verrà rifatto e questo garantirà maggiori posti ma, soprattutto, la possibilità di creare una struttura che negli anni possa mantenersi. Alla Borghi, invece, è in corso un intervento per una sezione ponte e per dare continuità ai bimbi con il percorso 0-6, in maniera tale da garantire un unico percorso scolastico da quando si è neonati fino alle elementari, superando il concetto di nido come servizio sociale quando invece è educativo a tutti gli effetti. È un percorso di difficile attuazione, molti ne parlano, noi invece lo stiamo realizzando. Stiamo inoltre sistemando la scuola Di Donato e la IV novembre. Le nostre maggiori forze sono concentrate sulle scuole per permettere un rientro a settembre con maggiore offerta e scuole sicure. Il secondo tema è legato al ruolo dell’anagrafe. Già durante l’inverno in molti vengono da noi, convinti che la nostra sia l’anagrafe centrale, creando un flusso di richieste che subisce un picco d’estate, quando gli uffici anagrafici degli altri municipi chiudono. Qui purtroppo entriamo in un campo di grande scontro con il Campidoglio perché, nonostante una seria politica del personale portata avanti dall’assessore De Santis, con il quale abbiamo un buon rapporto, continuiamo a registrare una carenza di personale molto forte. Per noi è difficile riuscire a consegnare tutti i certificati e rispondere nei tempi consoni perché abbiamo un organico troppo sottodimensionato. Un discorso che vale sia per l’anagrafe che per il commercio. Anche pochi giorni fa si è polemizzato sulla stampa per i sessanta giorni che passano a volte tra una richiesta di occupazione di suolo pubblico e la risposta. Purtroppo sì, la carenza di personale causa proprio questo. Nell’ ufficio commercio ci sono stati tolti dei funzionari in favore del dipartimento comunale. In questo modo veniamo privati delle migliori risorse”.
In relazione al rapporto con il Campidoglio, su quali altri questioni ritenete di non aver ricevuto risposte adeguate?
“Purtroppo ho tante lettere inevase, noi non abbiamo mai risposte dal Campidoglio e quando arrivano non sono risposte ma sollecitazioni, anche sul fatto delle bancarelle. Un tema a me caro, ci stiamo lavorando da sei anni e non è vero che i ritardi sono nostri. Al contrario, sono dovuti al fatto che noi abbiamo lavorato con il tavolo decoro per mandarli al bando con la scadenza della Bolkestein, che poi è stata prorogata e successivamente addirittura sono state tolte le bancarelle. Abbiamo fatto tanto lavoro ma non abbiamo potuto procedere, quindi ora ci stiamo muovendo sulla base del piano traffico. Il procedimento è a dir poco farraginoso, alcune cose dobbiamo seguirle noi, altre il dipartimento, non c’è mai sintonia e alla fine si punta il dito dicendo che c’è chi non lo vuole fare. Ho incontrato tutti gli assessori che si sono succeduti, danno sempre la disponibilità ma poi non offrono risposte, come è accaduto su viale Trastevere. Siamo pronti su via Ferrari ma stiamo aspettando il provvedimento dal dipartimento e ancora una volta hanno cambiato un dirigente del commercio, dopo soli tre mesi. Non voglio parlare della scelta ma certo è che in questi tre anni di consiliatura Raggi abbiamo subito troppi cambiamenti per poter programmare. Si vede anche dalle condizioni in cui è ridotto il verde, che è solo peggiorato. Proprio il verde pubblico è un altro nostro grande tema, sul quale stiamo lavorando in maniera forte, seguendo direttamente come decentramento alcune aree”.
In che modo?
“Nel dettaglio stiamo facendo tre operazioni: mettiamo queste aree sotto manutenzione ordinaria, così non abbiamo buchi tra un appalto di manutenzione e un altro. Abbiamo chiesto e ottenuto fondi per delle opere di riqualificazione vera, con ripiantumazioni di aree andate in malora e stiamo facendo una condivisione con privati e comitati di quartiere nella gestione, proprio per potenziare il lavoro fatto con l’appalto. Ci è stata consegnata da poco l’area di piazza Pepe, abbiamo chiesto fondi per la riqualificazione, abbiamo chiesto anche piazza Cairoli, dove c’è già un’associazione che sta facendo un lavoro enorme senza alcun ausilio. La scommessa è riportare il verde di Roma a essere una risorse per la bellezza e il decoro. È una delle sfide che stiamo potenziando e sulle quali puntiamo”.
Avete già in cantiere altre iniziative di riqualificazione? “Abbiamo appena completato piazza delle Scole e i residenti ci hanno scritto una bellissima lettera per ringraziare l’amministrazione. Vorremmo continuare con la riqualificazione di quell’area, soprattutto ora che è stata liberata dal traffico grazie alla ztl”.
Proprio sul decoro, però, è stata accusata di tornare indietro. E c’è chi, anche nel suo partito, critica la nuova delibera sui Pmo perché aprirebbe ai privati l’occupazione di suolo pubblico.
“È una polemica strumentale, i pmo esistono e permangono, siamo stati la prima amministrazione a renderli veri. Corsetti, che li difende a oltranza, aveva fatto solo la delibera, mentre l’attuazione è avvenuta durante il nostro mandato. In questi sei anni però ci siamo resi conto che quella delibera era mancante sotto alcuni aspetti, ad esempio non aveva normato la possibilità di revisione. Nel momento in cui cambio una piazza, ad esempio da carrabile a pedonale, è chiaro che il piano deve essere rivisto con un aumento o una diminuzione dell’occupazione di suolo pubblico. La nostra delibera serve a rendere possibile questa procedura e a trovare un modo per riqualificare le piazze. Le battaglie ideologiche non sono uno strumento che consente di governare e migliorare un territorio. Discuteremo questa delibera con molta serenità e con tutti, non abbiamo preclusioni. Alcuni cittadini, quando l’hanno letta, hanno commentato che è molto tecnica. Sì, è esattamente così, perché serve per poter applicare strumenti che oggi è impossibile adottare”.
Crisi di governo e possibili scenari romani. Il Pd è pronto a mettere in campo nomi e programmi credibili per il Campidoglio, se si profilasse una caduta della sindaca Raggi?
“Il Pd deve essere pronto a livello nazionale e locale. Ma ora il tema non è il Pd, il tema è costruire un’alleanza con forze democratiche che possono e vogliono contrastare il populismo, il vero problema nazionale e locale. Abbiamo bisogno di tutto fuorchè di una città che torni indietro a una gestione di destra. È necessario un percorso di ricucitura con quelle esperienze locali positive e oggi isolate nel contesto urbano, in una visione politica di una città che guarda lontano, internazionale e accogliente. Una missione che può compiere solo il Pd con tutte le forze che sono vicine”. Barbara Laurenzi