Tutto si è svolto nell’arco di un mese, erano i primi di luglio quando a causa di forti dolori addominali abbiamo ricoverato nostra madre all’ospedale Goretti di Latina e dopo i primi accertamenti il terribile responso: tumore in stato avanzato con diverse metastasi al fegato e poche settimane come aspettative di vita.
Sentenza spietata, difficile da accettare, perché non si è mai pronti per lasciare andare i propri genitori, soprattutto le mamme. A questo punto abbiamo chiesto ai medici di fare il possibile per alleviarle ogni sofferenza e dopo un breve periodo, con il nostro consenso è stata richiesta l’assistenza Hospice.
Siamo state convocate dalla dott.ssa Mariaelisabetta D’Addario e dal dott Carlo Piredda responsabili della struttura “Le rose” presso l’Icot per un colloquio di routine, hanno subito capito che la nostra richiesta d’aiuto era fondata, che non potevamo sostenere da sole quella situazione e ci hanno promesso di fare del tutto per venirci incontro.
Dopo qualche giorno mamma è stata trasferita presso “Le rose”: un’assistenza eccellente che non solo non t’aspetti ma che neanche immagini in una struttura pubblica, gentilezza, affabilità, vicinanza totale con i familiari da parte di tutto lo staff. Nostra madre qui non era un numero, era Alda.
Non ringrazieremo mai abbastanza la dott.ssa D’Addario e il dott Piredda, con loro e grazie a loro nostra madre non solo ha ricevuto cure palliative che l’hanno accompagnata nel suo ultimo percorso di vita ma si è sentita coccolata, assistita e curata come in famiglia e dopo i primi giorni di degenza non ci ha chiesto più di voler tornare a casa.
La buona sanità esiste ma non fa notizia, rimane confinata nei ricordi di chi come noi ha avuto la fortuna di incapparci casualmente.
Ci resta un solo rammarico: la struttura dispone di pochi posti e molti forse non riusciranno a beneficiare di questa eccellenza mentre nessun paziente dovrebbe mai perdere quel senso di dignità alla vita che qui è cautelato.
M.Vittoria e M.Teresa Giordano