Non teme di passare come un altro populista?
«Sono fatti. La mia continua presenza nei borghi e nei quartieri e la mia facile raggiungibilità testimoniano che questa città torna ad appartenere a tutti i cittadini e offre pari opportunità. È stato un lavoro durissimo ma sta portando risultati i cui effetti si apprezzeranno nel tempo. Tutto si può fare meglio, ma la strada è tracciata. Latina sta diventando una città pulita sotto tutti gli ambiti: oggi legalità, efficacia, trasparenza sono una pratica concreta. Anche sui giornali on line improvvisati si tende a screditarci e a omologare in basso il nostro comportamento, ma siamo gente che ha sacrificato una parte importante della propria vita professionale, nulla di eroico ma è vero è va detto».
Avete ricevuto pressioni per la vostra “pulizia”? Penso alla schiena dritta sull’appalto rifiuti e sulla legalità…
«Il clima nei nostri confronti si è avvelenato quando abbiamo fatto la scelta dell’azienda speciale Abc per i rifiuti, anche come pressione politica. Ci sono ancora retaggi di un certo stile politico e chi ha fatto parte di quel sistema e si ricicla in varie forme tenta di riproporsi con una nuova verginità, ma la città non può e non deve dimenticare. Se mettiamo il condizionatore in biblioteca o in aula consiliare è una cosa normale per noi, mentre non lo era prima, quando il condizionatore veniva staccato dall’ospedale e portato allo stadio… Parlano i fatti, come la sentenza sull’inchiesta Alba Pontina: 50mila euro di risarcimento alla città, perch锈ci siamo costituiti parte civile. Latina non è più in mano ai Ciarelli e ai Di Silvio, anche se non è stato tutto bonificato».
Non ha un po’ paura nell’opporsi in modo schietto e frontale ai protagonisti delle cronache criminali degli ultimi 20 anni?
«Non sono un incosciente, certe scelte si fanno col coraggio ma anche con la consapevolezza di convivere con la paura. Sono tuttora consapevole di essere intervenuto politicamente e amministrativamente nel rompere quel sistema: lo dovevamo alla città. Vivo tutti i giorni, in vario modo, questa pressione anche indiretta, ma quando fai le cose con convinzione e coscienza a posto vai avanti e concretizzi».
Si è placato chi remava contro negli uffici municipali? Qualche dipendente comunale inviava di nascosto atti a qualche giornalista: avete preso provvedimenti?
«Nella nostra macchina amministrativa si sta stabilendo una grande armonia, grazie a procedure e metodi standard e alla collegialità in alcuni passaggi: fanno sentire più garantiti e tutelati dirigenti e dipendenti, che sono bersaglio di un clima avvelenato. Ne approfitto per ringraziarli. Finalmente non subiscono più alcun condizionamento politico. Si lavora al servizio dei cittadini, in squadra. Nessuno è lasciato da solo. Sul dipendente che inviava atti al giornale non entro nel merito, se ne occupano gli uffici. Comunque, a chi sbaglia non si fanno sconti».
E la gazzarra sul segretario e direttore generale del Comune, Rosa Iovinella?
«Il parere del Prefetto Trio di fatto ha dato ragione al Presidente del consiglio comunale Colazingari che ha respinto una mozione che rappresentava una pesante ingerenza politica su scelte che non competono al consiglio comunale ma al sindaco. Auspico che si torni ad un giusto equilibrio. Alcuni usano troppa violenza nei modi e nei contenuti: un consigliere che dice “sculetta col PD” rivolgendosi al sindaco, esprime un pensiero volgare e sessista. Così come le aggressioni mediatiche e politiche nei confronti della segretaria generale. Mi sembrano espressione di una cultura sessista. Lasciamola lavorare e ripristiniamo un sano rispetto istituzionale, anche da certa stampa. Probabilmente il lavoro che sta facendo per la tutela della legalità negli atti amministrativi dà fastidio a qualcuno, in particolare al sistema che abbiamo buttato fuori dal palazzo».
Dica la verità: regge la sua maggioranza?
«Al contrario di quello che vuol far sembrare l’opposizione, la maggioranza è in buona salute. Lo dimostra il lavoro dei consiglieri su importanti temi come Abc o bilancio, intessendo anche rapporti con le opposizioni su mozioni che valorizzano i beni comuni. I nostri consiglieri, appena eletti, non erano certo politici navigati. Hanno subito sentito il dovere di mettersi sotto a studiare dal primo giorno di nomina. Oggi i risultati di questo studio sono sotto gli occhi di tutti».
Siete aperti a intese con il PD?
«Credo che Latina Bene Comune debba dialogare con il PD, i 5Stelle locali e pure coi moderati di centrodestra, sui contenuti. Vorrei avviare un dibattito aperto, al quale partecipassero parte ordini professionali, associazioni di categoria, forze imprenditoriali, i corpi intermedi, il terzo settore e tutte le espressioni che rappresentano il tessuto connettivo del nostro territorio. E il PD che su questo abbia avuto un’apertura. Ma se parliamo di logica di poltrone è un profilo basso e vorrei volare un po’ più alto. Una sorta di stati generali della città, con la consapevolezza di non riconsegnare Latina a saltimbanchi e riciclati. Lo sottolineo: saltimbanchi e riciclati, che sono quelli che avevano devastato la città e l’avevano consegnata alla criminalità».
LBC compatta
Come sta messa Latina Bene Comune, il movimento roccaforte di Coletta? «Abbiamo eletto un nuovo segretario, Francesco Giri, che è anche un bravissimo consigliere comunale, dopo aver ridisegnato lo Statuto e reso LBC più solida, con un consiglio generale espressione più compiuta dell’intero movimento che ci sostiene attivamente. Ora c’è una fase di ascolto e confronto con la cittadinanza, soprattutto in periferie e borghi, che vogliamo mettere ancora di più al centro della nostra azione amministrativa. Siamo un movimento compatto, ma al nostro interno non solo tolleriamo ma incoraggiamo la dialettica. Abbiamo perso per strada qualcuno, altri ne abbiamo acquistati. Tutto ciò è fisiologico. Siamo pur sempre in movimento territoriale».