A riprova che la materia sia considerata particolarmente sensibile, non solo sul piano della negoziazione con gli operatori, alcuni episodi verificatisi di recente: basti ricordare, nel marzo scorso, il rogo di cassonetti in largo Beltramelli, al Tiburtino, sotto casa della minisindaca del IV Municipio Roberta Della Casa, definito da Virginia Raggi un «atto intimidatorio» contro lo spostamento delle bancarelle in via Meda. Due mesi dopo, le urla, ai limiti dell’aggressione verbale, contro il presidente della commissione Commercio, Andrea Coia, durante un controllo sulla regolarità dei banchi in piazza Cola Di Rienzo («Ma una mattonata in faccia non te l’ha mai data nessuno?», il grido minaccioso di un ambulante). Se l’input dall’alto arriva sotto le spoglie dell’interlocuzione parallela incardinata al ministero, non è certo la prima volta che Di Maio striglia la prima cittadina. E il clima non sembra cambiato, malgrado Raggi – esclusa dalla deroga del «mandato zero» e dunque non ricandidabile – avesse lasciato intendere di volersi ritagliare margini di agibilità più ampi.
Guardacaso la sua replica, nel giorno in cui i Cinque stelle si intestano il risultato di aver eliminato le bancarelle da viale del Policlinico di fronte all’ospedale, suona tutt’altro che condiscendente: semmai l’ennesima prova di forza nel voler rivendicare la propria autonomia decisionale: «Con il Mise siamo in ottimi rapporti – le parole della sindaca -. La linea di Roma è molto chiara e si va avanti con le delocalizzazioni». Fissato il punto, come a dire: «Niente lezioni», il ragionamento messo in campo per stoppare ogni possibile diktat è: «Il commercio ambulante nasce per portare questa attività nelle sedi in cui non c’è il commercio in sede fissa. Nel corso degli anni questa funzione è stata sostanzialmente annullata e troviamo banchi nelle stesse strade in cui ci sono i negozi. Questo crea una concorrenza sleale, che non vogliamo e non possiamo accettare. C’è la massima tutela per gli ambulanti che hanno le carte in regola, ma bisogna collocarli nei luoghi consoni».