Un argomento che, secondo Mengozzi, il Movimento 5 Stelle di Pomezia non vuole proprio affrontare. «Non vogliono discutere la mia mozione», ha scritto il consigliere in un post facebook del 19 luglio, denunciando il mancato inserimento del tema all’ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale. «Sono complici di chi vuole tenere chiuso un pezzo della città – continua Mengozzi, che dichiara – Oggi mi hanno negato anche di assistere alla capogruppo: mi hanno fatto cacciare dal Comune!». Nel mezzo, c’è un video girato dallo stesso Mengozzi fuori dal Municipio. «Hanno messo un vigile all’ingresso e non mi hanno fatto entrare nel palazzo comunale». Il consigliere di Pomezia Domani definisce la cacciata dal Comune «Metodi fascisti», usati dalla presidente del Consiglio Stefania Padula e dal sindaco, Adriano Zuccalà, «che spero che non tutti i consiglieri 5Stelle condividono».
Immediata la replica dei 5Stelle, tramite un comunicato sottoscritto dalla presidente Padula. «Nei giorni scorsi sono stata oggetto, da parte del Consigliere Mengozzi, di numerosi insulti e calunnie a mezzo telefono e messaggi privati. Per quanto accaduto mi riservo chiaramente di rivolgermi alle sedi opportune – scrive – Non posso inoltre accettare insinuazioni a “metodi fascisti”, quando questa presidenza ha sempre garantito, come il mio ruolo prevede, la democrazia della pluralità di opinioni». Padula sottolinea, inoltre, che la partecipazione alla conferenza da cui Mengozzi è stato allontanato da regolamento è aperta solo ai capigruppo consiliari. «Visto l’atteggiamento non costruttivo e di prepotenza reiterato dal consigliere Mengozzi nei giorni e nelle ore precedenti, ho ritenuto doveroso restringere l’incontro ai soli titolati, in modo da garantirne il regolare svolgimento in un clima sereno e collaborativo».
A onor di cronaca, va precisato che la questione dei gruppi consiliari è tuttora oggetto di discussioni. Un regolamento approvato durante la consiliatura dell’ex sindaco Fucci autorizza la costituzione di gruppi che abbiano minimo tre membri. Questo ha portato, tra i banchi dell’opposizione, alla convivenza forzata di consiglieri provenienti da liste e partiti diversi in un unico “gruppo misto”, con un solo capogruppo (fatta eccezione per la lista Essere Pomezia, che ha eletto tre consiglieri comunali e fa compagine a sé). Il problema, pur riconosciuto da tempo da tutto il Consiglio comunale, non ha ancora avuto una soluzione che dia dignità e capacità politica a tutte le rappresentanze politiche elette.
Tornando alla replica di Stefania Padula a Mengozzi, la presidente del consiglio precisa che la mozione sul borgo di Pratica di Mare «sarà discussa, come previsto dal regolamento, al prossimo Consiglio comunale utile e successivo a quello già convocato – nel quale Padula sostiene che, per questioni procedurali, non fosse possibile inserire la mozione – al contrario delle illazioni sbandierate nei suoi comunicati, questa presidenza non ha nulla da nascondere».
Pochi minuti dopo la pubblicazione del comunicato dei 5Stelle, il clima si è fatto ancora più pesante. «Dopo avermi impedito di presentare la mozione su Pratica di Mare mi hanno buttato fuori dal Comune, umiliandomi – ha ribadito Stefano Mengozzi, in un post del 22 luglio – Ora però è troppo. Leggo le dichiarazioni di Stefania Padula e sono senza parole: mi accusa di averla insultata e minacciata. Ho due figli piccoli, cerco di educarli al rispetto. Insegno loro che è giusto ribellarsi, incazzarsi (sic). Ma le minacce no. Quelle appartengono ad altre persone. Né tantomeno gli insulti. Non posso credere che possano crescere con il dubbio che il padre si impegni in politica minacciando le persone. È triste che un torto subito debba finire con una denuncia per diffamazione, ma stavolta si è superato ogni limite. Non c’è altro modo per rispondere alle bugie».
E pensare che solo qualche giorno fa la lista Pomezia Domani, in qualità di proponente, l’intera opposizione e il Movimento 5 Stelle di Pomezia avevano condiviso il successo di aver realizzato e approvato in commissione il primo codice etico comunale per gli amministratori pubblici. Un traguardo ora offuscato dalle polemiche al veleno di queste ultime ore. Cui prodest?