Entrambi i casi sono stati denunciati i presunti responsabili ma contemporaneamente il Cabs rileva che tali usi, vietati dalla legge venatoria, sono molto diffusi nell’intero territorio nazionale e provinciale. “Sono gli stessi ritrovamenti operati dai Carabinieri Forestali – ha affermato il Cabs – a mettere in evidenza la specializzazione che vi è dietro la costruzione di tali trappole. In metallo, di grandi dimensioni e con un sistema di chiusura a scatto che di certo richiede una notevole maestria e competenza. Evidentemente chi li costruisce – conclude il Cabs – deve potere contare su una richiesta adeguata”.
Trappole a scatto, cappi, sistemi complessi di cattura e tortura sono ampiamente diffusi nel panorama della caccia illegale italiana. Purtroppo, rileva il CABS , i reati venatori non sono adeguati. Basti considerare che la legge prevede per essi semplici reati di contravvenzione che di certo non fanno molto paura.