A scagliarsi contro Acqualatina sono diversi esponenti del Partito Democratico di Formia, Gaeta, Ventotene e Fondi. Nell’aspra denuncia, chiedono ai Sindaci di votare “no” e al Garante del Servizio idrico regionale, avv. Paola Perisi, di adoperarsi per evitare quest’ulteriore beffa a scapito dell’intera popolazione “servita”.
«COLPA DELL’INEFFICIENZA!»
«Ci vuole coraggio. E Acqualatina S.p.A. ne ha da vendere! – tuonano in una nota i dem del sud pontino -. Purtroppo, però, l’operazione si mostra in tutta la sua superficialità, ipocrisia ed irresponsabilità. A ben leggere, infatti, la parte descrittiva della Relazione, si comprende immediatamente che l’aumento tariffario è collegato ad un’unica voce: l’inefficienza di Acqualatina S.p.A. L’aumento in bolletta andrà a ripianare i costi per gli sprechi del gestore. Nient’altro». Il comunicato al vetriolo così sintetizza l’operato di Acqualatina: da diciassette anni promette opere che poi, regolarmente non realizza; ha preso in carico nel 2002 una rete con una dispersione del 70% e che, nel 2017, continua ad essere ancora del 70%»
DOVE SONO GLI INVESTIMENTI?
Il gestore – prosegue la nota – non investe sulla rete in maniera diligente ma si limita a inefficaci interventi spot – che è costretto a ripetere più volte a distanza di pochi giorni – senza alcuna visione complessiva; gestore che durante la crisi idrica del 2017 non solo non ha reso le dovute informazioni al popolo dell’ATO4 ma non ha neanche approntato i mezzi sufficienti a contenere i disagi; spende decine di migliaia di euro in pubblicità millantando opere che poi puntualmente non realizza; vessa i cittadini, recuperando ancora voci per conguagli non meglio specificati; eroga ancora oggi acqua non potabile (a volte addirittura senza neanche preoccuparsi di far emanare ordinanze ad hoc).
FA UTILI, MA CHIEDE SEMPRE PIÙ SOLDI
«Invece, di avere il pudore e la decenza di tacere, dinanzi ad una utenza arrabbiata, stanca, maltrattata – che però continua a pagare le già esose fatture – questo gestore chiede oggi, addirittura, di aumentare i costi! Ma se i bilanci annuali dell’ente gestore – domandano dal Pd del sud pontino – si chiudono costantemente con utili da far invidia a qualsiasi azienda (27 milioni di utili lordi su 118 milioni di ricavi nel 2016), che necessità c’è di questi aumenti? A cosa serve avere bilanci in forte attivo se l’acqua manca e la popolazione soffre? Invece di abbattere i costi, di procedere a sgravi in bolletta, di risarcire i cittadini che hanno sofferto e continuano a soffrire per gli inadempimenti di cui si è resa e continua a rendersi responsabile, Acqualatina vuole più soldi! Se il gestore – dice l’affondo finale del Pd a sud di Latina – non è in grado con le risorse finanziarie (ricchissime, anche grazie al regalo della Regione Lazio fatto in occasione della dichiarazione dello stato di calamità naturale!) a sua disposizione di andare avanti, receda pure dalla convenzione».