LA ‘GRANDE FUGA’
I due membri del Cda Ama sono stati lasciati soli ad interpretare il ruolo dei perfetti parafulmini. La Presidente del Consiglio di Amministrazione, l’avvocato Luisa Melara, pur arrivata in seduta in perfetto orario, si è trattenuta appena qualche minuto ed è poi è sparita alla velocità della luce prima che iniziassero i lavori. Accompagnata nella sua ‘Grande fuga’ dalla Ragioniera generale di Roma, Anna Guiducci. Proprio la Guiducci avrebbe avuto il compito di spiegare alla Commissione se e quando il Comune di Roma restituirà ad Ama i debiti accumulati in passato. Anche il Direttore Generale del Comune di Roma, Franco Giampaoletti, arrivato in seduta con un largo anticipo, subito dopo è sparito in men che non si dica senza più ritornare. Non si sono presentati, nonostante fossero stati convocati, la sindaca Virginia Raggi e l’Assessore al Bilancio ed al controllo strategico delle Partecipate, Gianni Lemmetti. Assente – neanche a dirlo – anche l’Assessore all’Ambiente, la cui poltrona è vacante da febbraio scorso, ovvero dalla cacciata di Pinuccia Montanari: la delega è temporaneamente nelle mani della prima cittadina.
LA GIUNTA RAGGI SI SFILA DALLA BATTAGLIA
L’impressione è che la Giunta Raggi non abbia concesso ai due tecnici la copertura politica che il Cda meritava e che, forse, avrebbe dovuto pretendere, a maggior ragione vista la gravità della situazione del settore rifiuti: mancanza dei bilanci dergli ultimi due anni, falllimento della differenziata e assenza totale di impianti a Roma e dintorni per il trattamento dei rifiuti della Capitale. A tentare di proteggere i due ‘parafulmini’ la sindaca ha inviato un suo fedelissimo, Pietro Calabrese, consigliere e presidente della Commissione Viabilità, che non fa parte della Commissione Controllo, ma che sta gestendo l’altra patata bollente dell’affaire stadio.
LONGONI PROMETTE: «AD AGOSTO APPROVIAMO IL BILANCIO 2017»
I toni, come nelle due precedenti sedute del 30 maggio e 13 giugno, sono divenuti subito roventi. Ma Longoni ha cercato di calmare gli animi bollenti ammettendo che «È in corso a Roma una emergenza dei rifiuti ed una emergenza economico-finanziaria – ha spiegato senza mezzi termini, a voce alta e senza il benché minimo tentennamento – ma, nonostante tutto, entro la metà di agosto approveremo il bilancio 2017. È paradossale e pazzesco – ha sottolineato – che i conti del settore rifiuti siano in stallo da un tempo così lungo». Tra i problemi principali che ha sottolineato, la «mancata conciliazione economica tra Ama e Comune di Roma relativa all’anno 2014». Una «partita molto importante, ancora in ballo, con la ragioneria comunale e che riguarda diversi milioni di euro che l’Ama dovrebbe presto incassare». Peccato che la Ragioniera Generale del Comune di Roma se ne sia andata prima ancora che la seduta iniziasse. «C’è un accertamento contabile in corso – ha poi ricordato – (commissionato da Bagatti, ndr) sulla congruità dei conti Ama». Poi, incalzato dai consiglieri, ha annunciato che «l’Ama ha un patrimonio da 280 milioni di euro, quindi potrebbe assorbire perdite anche di notevole entità». Il riferimento, nemmeno troppo velato, è ai presunti 80 milioni di € di debiti dovuti a mancati pagamenti della Tari relativi all’anno 2017 (rilevati dal nostro giornale in una precedente inchiesta) che potrebbe generare un enorme buco nelle casse Ama.
«Il PORTA A PORTA A ROMA È UN FALLIMENTO»
Infine l’affondo del consigliere d’opposizione Pietro Fassina: «Il Piano industriale dov’è? – ha sbottato – E il porta a porta?». «Tra le 1000 e 1000 emergenze – gli ha risposto Longoni – lo formuleremo il prima possibile, all’inizio dell’autunno, ora non ce n’è uno. Ma diciamo sin da subito “no” alle favole, partiamo dalla realtà. Per il resto – ha concluso – è giusto ammetterlo, il porta a porta è un fallimento».