Il ricordo di Emanuele Crestini, nelle parole di Luciano Sciurba, il fotoreporter giornalista dei Castelli Romani, che lo conosceva bene:
“Emanuele Crestini, aveva una carattere molto zelante, amava molto il suo paese. Ricordo che per 5 anni come capo dell’opposizione, rivoltava spesso il comune sottosopra con inchieste, video, foto, per segnalare e vedere risolte tante situazioni critiche. Ha fatto sempre una opposizione forte, dinamica, sempre molto social e raccontata con immagini, che condivideva con noi giornalisti della zona con grande passione. Poi nel 2016 è diventato lui sindaco, con un grande risultato elettorale, e anche in questo incarico, era sempre pieno di idee, di passione, di zelo per il suo lavoro. Le ultime foto da vivo lo ritraggono felice, sorridente, orgoglioso, al centro equestre federale dei Pratoni del Vivaro, di cui andava fiero. Il centro equestre famoso in tutto il mondo aveva riaperto dopo tanti anni di inattività, preso in carica dal comune, grazie al suo impegno, agli accordi siglati con la Fise e il Coni. La domenica, il giorno prima della tragedia, le ultime foto del sindaco, gioioso e pieno di orgoglio per quanto fatto, insieme alla sua vice Veronica Cimino e alla famiglia Agnelli, durante la Coppa delle Nazioni di Ippica, poi a distanza di qualche ora, lo scoppio, le ferite, il coma, il buio, la morte, dopo dieci giorni di sofferenze attaccato alle macchine per respirare, non aveva più ripreso conoscenza da quel tragico lunedì 10 giugno. Andava molto fiero anche di questi lavori di carotaggi e ispezioni sotterranee, dopo lo studio e l’approvazione di un progetto che avrebbe portato a conoscere il sottosuolo di Rocca di Papa, le sue cavità naturali, le grotte. Ci teneva moltissimo, avevamo scritto diversi articoli su questa iniziativa. Crestini si è molto impegnato in questi anni anche nella collaborazione con il centro di accoglienza che ospita 500 migranti sulla via dei Laghi, aveva instaurato una bella collaborazione con la direzione e anche con gli stessi immigrati, che spesso chiamava a raccolta a Rocca di Papa e li coinvolgeva in qualche lavoro pubblico, per facilitare l’integrazione con i rocchegiani e il territorio dei Castelli Romani”.