RICHIESTA”ˆUNICA”ˆNEL”ˆSUO”ˆGENERE
La richiesta è unica nel suo genere, non risultano richieste analoghe per altri impianti, anche simili. La competenza della Città Metropolitana è solo sulle emissioni in aria e sulle acque se non scaricano in fognatura. La dirigente dell’Area rifiuti in Regione, ing. Flaminia Tosini in quota Pd anche come vicesindaco di Vetralla, nella richiesta di parere del 17 aprile sottolinea che l’ex Provincia l’8 gennaio scorso ha inviato alla Regione una nota dalla quale “si evince che l’area interessata dal progetto in argomento ricade in aree di attenzione progettuale”: case e scuola a due passi dalla prevista fabbrica di gas da rifiuti. È quello che i cittadini sottolineano da quando il giornale Il Caffè ha “scoperto” e raccontato già dal 2015 la farsa dei due progetti per “bio” gas uno vicino all’altro a Padiglione-Sacida presentati “a insaputa” dei politici e amministratori locali. La scuola si trova a circa 320 metri, ha chiarito la Città Metropolitana, citando le osservazioni presentate dal Comitato Lavinio No Biogas. È la Regione a dover decidere sulla scorta di queste informazioni. Ma chiede ad altri.
È TUTTO CHIARO, PERO’…
E qui c’è il colpo di genio dei tecnici regionali a trazione Pd: visto che ci avete inviato quella nota l’8 gennaio – è il loro ragionamento – “si chiede un vostro parere in merito al fine di poter concludere il procedimento di che trattasi”. Cosa doveva esprimere la Città Metropolitana? Forse un’opinione su un fatto metrico misurabile e incontrovertibile? Parliamo di una distanza stabilita da una legge. Un dato oggettivo stabilito dal Piano rifiuti elaborato e approvato dalla stessa Regione e che vieta di costruire impianti per rifiuti a meno di mille metri da edifici sensibili come scuole, ospedali, centri turistici, impianti sportivi.
Eppure la Regione ha rilanciato la palla all’ente sotto-ordinato. Che dal canto suo restituisce il cerino al mittente e spiega l’ovvio ai dirigenti dell’ente superiore: “Come previsto nel Piano Regionale, la presenza di un edificio sensibile a distanza inferiore ai 1.000 metri comporta che l’area in oggetto rientra nella casistica di area interessata da fattori escludenti che ‘rendono incompatibile la localizzazione degli impianti o in ogni caso la condizionano ad una idonea verifica procedurale amministrativa […] ai fini della valutazione di localizzazione in coerenza degli obiettivi di tutela fissati dalla legge o dagli strumenti pianificatori’ come del resto già si sta effettuando all’interno del procedimento di V.I.A. in corso”.
Cioè: ci chiedete quello che già vi è di lampante evidenza e che già state trattando e per legge dovete trattare e approvare o bocciare voi.
COMUNE”ˆDI ANZIO MUTO
Va detto che l’ex Provincia nemmeno se n’era accorta della scuola. “Il sito sensibile non è stato rilevato dal Servizio G.I.S. dell’ente metropolitano nella redazione della planimetria in quanto i dati considerati sono stati acquisiti dal “Dipartimento VIII Edilizia scolastica” e sono relativi agli istituti di istruzione superiori censiti all’anno 2016”. Così spiega la dottoressa Paola Camuccio, capo del servizio gestione rifiuti della Città Metropolitana, che aggiunge: “né risultano pervenute osservazioni in merito da parte del Comune di Anzio in occasione della nota trasmessa in data 02/05/2017 con prot. 64095 con la quale questo Servizio trasmetteva una bozza della mappatura delle aree idonee e non idonee per il posizionamento degli impianti di trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti”. Come mai il Comune di Anzio non aveva nulla da dire?
L’EX CONTROLLORE PUBBLICO FERMATO DAL SUO EX UFFICIO
Ironia della sorte, l’amministratore unico della società Green Future 2015 Srl che propone la fabbrica di gas da rifiuti in questione, è l’ex dirigente del servizio rifiuti della Provincia di Roma (ing. Claudio Vesselli). In società con l’ing. Albertina Centra, anch’essa personaggio già attivo presso il servizio rifiuti provinciale tramite la partecipata Capitale Lavoro. Più curioso ancora è il fatto che il loro progetto non indichi la presenza della scuola…
E che ora a “bocciarglielo” sia lo stesso ufficio con cui operavano in vete di dipendenti pubblici. La Città Metropolitana sarebbe invece realmente competente sulle emissioni in atmosfera, ma la documentazione che ha richiesto nel 2017 non è stata presentata, e quindi non può esprimere alcun parere. Nessuno sembra essersene accorto. Infine – segnala la dottoressa Camuccio -, siccome il “bio”gas sorgerebbe troppo vicino anche alle case (a meno di 500 metri), “tale fattore rende necessari ulteriori approfondimenti per valutare la realizzabilità dell’intervento”. In particolare, “gli approfondimenti e le eventuali prescrizioni tecnico-gestionali alle quali assoggettare l’impianto potranno essere analizzati all’interno del procedimento di V.I.A. (in Regione, ndr) anche e soprattutto in considerazione dei pareri che saranno acquisiti dalla A.S.L. di competenza”.