“L’istruttoria trae origine dalla segnalazione che una funzionaria dell’Ente locale, allarmata dalla mole di discarichi effettuati al di fuori delle procedure ordinarie, ha presentato all’Autorità giudiziaria contabile, nonostante i tentativi dei suoi superiori di ostacolarla, anche mediante l’irrogazione di sanzioni disciplinari”. “Gli accertamenti delegati al Gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno smascherato un vero e proprio canale “parallelo” e “clientelare”, utilizzato dal 2008 al 2015 presso il Dipartimento Risorse Economiche di Roma Capitale a favore di un nutrito gruppo di debitori “privilegiati”. Ciò attraverso il blocco della procedura di riscossione delle sanzioni amministrative senza alcuna istruttoria o in mancanza dei presupposti di legge ovvero sulla base di documenti giustificativi fittizi. Per gli stessi fatti, lo scorso mese di gennaio, le Fiamme Gialle avevano eseguito il sequestro di conti correnti, immobili, autovetture e partecipazioni societarie, disposto dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta delle locale Procura della Repubblica. Il danno ora contestato dalla Procura Regionale della Corte di Conti ammonta a oltre 17 milioni di euro”.
“Nell’invito a fornire giustificazioni, l’Autorità giudiziaria contabile ha addebitato, oltre al danno patrimoniale derivante dal mancato incasso delle sanzioni, anche il danno “da disservizio”, quantificato in base agli emolumenti percepiti nel medesimo arco temporale dai responsabili, per aver rinunciato a “perseguire l’interesse pubblico mediante l’esercizio della potestà punitiva”, così compromettendo la funzionalità e l’imparzialità degli uffici di Roma Capitale. I destinatari del provvedimento sono P.P.L. (classe 1962), già direttore del predetto dipartimento, B.A. (classe 1969), C.L. (classe 1967), D.V.L. (classe 1964) e R.M.R. (classe 1960)”.