Comandante, tre decessi registrati a Latina in un mese. L’eroina sta tornando su piazza?
«L’eroina è una sostanza che crea una dipendenza fisica assoluta. Infatti il consumatore farà di tutto per riuscire a procurarsela, arrivando a spendere fino a 150-200 euro al giorno. E il pusher riuscirà, così, a letteralmente a “spolparlo” senza difficoltà e ad avere una rendita consistente. D’altro canto, però, è la droga con il più alto indice di mortalità. Proprio per quest’ultimo aspetto, l’eroina era passata di moda a livello di business delle organizzazioni criminali. Ma negli ultimi anni è stata una delle droghe, assieme alla cocaina, che ha subito la maggiore compressione del prezzo, dovuta sostanzialmente a una diversificazione del mercato e delle tratte dei traffici, e quindi ad una maggiore accessibilità. In ragione di una banale legge dell’economia, si sono abbassati i prezzi delle dosi. Un grammo di eroina (ndr. che equivale a 10 dosi da 0,1g) si può acquistare a 40-50 euro. Questo ha rilanciato il business, anche in provincia».
Quando è cominciato questo “rilancio” ?
«Circa 5-6 anni fa. E possiamo dunque dire che è tornata a tutti gli effetti sul mercato delle sostanze stupefacenti della provincia».
Quanto vale la fetta dell’eroina all’interno dell’intera torta del mercato degli stupefacenti?
«Possiamo dire che il mercato dell’eroina è per le organizzazioni criminali come un reparto di prodotti per celiaci per un supermercato: si tratta di un settore con un bacino di consumatori specifico. Non è sicuramente paragonabile al volume d’affari generato da marijuana e cocaina, ma assicura una rendita costante».
Spesso si parla di soggetti che vivono vite al margine, di “disperati”. Qual è l’identikit del consumatore medio?
«Alcuni decenni fa si trattava di una questione culturale, quasi un fenomeno di massa, e quindi l’utilizzo era ampiamente diffuso. L’eroina è però, di per sé, la droga di chi ha paura del più o meno imminente fallimento, così fino a qualche anno il consumo riguardava quelli che possiamo definire, appunto, “disperati”. A Latina, però, gira una quantità impressionante di droga. È difficile fare paragoni, ma di certo si ha l’impressione che ce ne sia più che in molte altre zone d’Italia. E questa abbondanza di offerta ha fatto sì che si andasse a colmare una nicchia di mercato come l’eroina, che ha invaso anche il ceto medio latinense. Purtroppo all’interno della classe media pontina si consuma una quantità importante di droga».
I canali sono gli stessi di marijuana e cocaina?
«Nel mercato degli stupefacenti i canali di approvvigionamento e di spaccio sono essenzialmente tre: marijuana, cocaina e droghe sintetiche. Nella maggioranza dei casi, per precise dinamiche sociali di consumo, chi spaccia eroina è chi ha come business principale quello della cocaina. Se il pusher trova un soggetto incline e assoggettabile al consumo, oltre alla cocaina gli propone l’eroina, provando ad innescare una nuova dipendenza che potrebbe essere potenzialmente anche più redditizia. A tal proposito, ha preso piede da diversi anni un cocktail endovena di cocaina più eroina».
Esistono precise piazze di spaccio, differenti da quelli per altre sostanze?
«A Latina, così come per marijuana e cocaina, non esistono vere e proprie piazze di spaccio. Da sottolineare, piuttosto, molti casi di smercio all’interno di appartamenti, più sicuro per gli spacciatori. Diverso, invece, è il luogo dove viene consumata. L’eroina non è una droga di compagnia: l’eroinomane si vergogna dell’atto che compie. Ma, dal momento che sente la necessità di evadere dalle quattro mura della propria casa, si apparta spesso in spazi abbandonati. Nel capoluogo mi viene in mente l’ex Svar, la zona attorno alle autolinee, l’ex Pozzi Ginori, lo stabile abbandonato dietro piazza del Quadrato. In provincia, per fare due esempi, l’ex caseificio alle porte di Sabaudia e lo stabile residenziale abbandonato dell’ex Canebi ad Aprilia. E più in generale le campagne, soprattutto per gli immigrati».