«Le più recenti direttive europee indicano la necessità di usare i pesticidi solo quando necessario, e non in base a un “calendario” generico e prestabilito», spiega Franco Locicero, dell’azienda apistica apriliana Ape d’Oro, una delle realtà più solide del territorio. «Quello che chiediamo è che queste indicazioni vengano seguite, non solo per la salute delle api ma soprattutto per quella degli esseri umani, continuamente esposti a sostanze chimiche potenzialmente pericolose. Chiediamo alle istituzioni più controlli sul rispetto delle regole che già esistono e di coinvolgerci, data la nostra esperienza, nei processi decisionali che riguardano l’agricoltura».
Sono dati preoccupanti quelli che snocciolano gli apicoltori dell’area pontina, circa 80 aziende e singoli operatori solo nel territorio di Aprilia. Molti di loro negli ultimi anni hanno visto decimate le proprie “famiglie” di api, morte per avvelenamento da sostanze chimiche. Non è solo una perdita per l’ambiente ma anche un disastro economico per gli stessi apicoltori. È eclatante quanto racconta lo stesso Locicero: «Da tempo ho una postazione all’interno dell’oasi di Ninfa, uno dei luoghi più incontaminati del territorio. Ebbene, quest’anno ho perso l’80% di quelle api, chiaramente avvelenate dai pesticidi». «Non so dove vengano utilizzati – precisa l’apicoltore – questi insetti prendono il nettare dei fiori che si trovano anche nelle aree circostanti, fino a circa 3 km in linea d’aria. Ma il dato è significativo, non era mai successo di vederne morire così tante tutte insieme».
La protesta degli apicoltori pontini proseguirà nei prossimi mesi, con la richiesta alle istituzioni di intavolare un dialogo che consenta a tutte le parti in causa di lavorare al meglio, tutelando i rispettivi interessi.