Alla seduta pubblica si è arrivati dopo dichiarazioni, smentite, allusioni e critiche mosse sul sottile filo conduttore dei social network capace di alimentare un evidente stato di allarmismo legato principalmente alla mancata definizione della data di fine chiusura dei lavori per la manutenzione straordinaria e l’installazione di nuovi giunti di dilatazione del ponte Giovanni XXIII. “La durata dei lavori sarà inferiore ai sessanta giorni stimata” aveva dichiarato il sindaco il 30 aprile su facebook. Due mesi di chiusura per dei lavori “incidenti sulla sicurezza ma non determinanti sulla stabilità possono essere spostati a dopo l’estate”, l’appunto della minoranza che chiedeva la convocazione di un consiglio comunale d’urgenza da tenersi per il 6 maggio, giorno d’apertura del cantiere.
Quanto mosso da Secci, Capriglione e Avvisati non ha retto il confronto rispetto alla ferma convinzione della maggioranza sull’opportunità dell’apertura del cantiere nei tempi e nelle modalità messe in campo. Mattatore della serata l’Assessore D’Erme, che ha sciolinato i dati tecnici della struttura dedicando una spiegazione esaustiva all’excursus burocratico del ponte. “Gli interventi sui giunti andavano fatti ora perché adesso c’erano le condizioni. Già nel 2006, quando il ponte è divenuto comunale se ne richiedeva l’intervento”, spiega D’Erme. “Il giunto di dilatazione ha la funzione di assorbire le vibrazioni che in caso contrario agirebbero sulle strutture portanti; inoltre hanno funzione protettiva, assicurando la continuità dei componenti superiori”. Incisivi gli interventi dei consiglieri Dapit e Minervini che senza remore hanno toccato anche il tema dei (presunti) mancati proventi degli operatori economici derivanti dalla chiusura del ponte ma anche qui “la sfortunata (fortunata?) situazione di maltempo ha fatto la sua parte”. Mormorii tra la platea hanno accompagnato l’accezione di Secci per cui “l’intervento è da far risalire esclusivamente ad una legittima volontà politica” ma è il sindaco Giada Gervasi che prendendo la parola ricorda come sulla sicurezza non si debba discutere tantomeno temporeggiare o perdere tempo” con il riferimento (non troppo velato) a quanto non fatto dalle precedenti amministrazioni. Con lo scioglimento della seduta e il formale (quanto scontato) diniego alla proposta formulata dall’opposizione di posticipo dei lavori sul ponte, un’ulteriore stoccata all’opposizione arriva dal presidente del consiglio Bonetti che, istigato più volte sulla mancata tempestività della convocazione, ha sottolineato come la stessa richiesta fosse pesantemente viziata nella forma tanto da poter “essere tranquillamente cestinata”. Se non è cappotto, poco ci manca.