Assoluzione annullata. I giudici d’appello della Corte dei Conti non ritengono coperti da prescrizione i fatti per cui due ex dirigenti del Ministero dell’economia e finanze sono accusati di aver aggravato i danni prodotti ai Comuni dalla società Tributi Italia, a lungo incaricata della riscossione da decine di enti locali e che avrebbe fatto sparire il denaro incassato dai contribuenti. Cassata la sentenza con cui la Corte dei Conti del Lazio, due anni fa, aveva salvato da una richiesta di risarcimento Carlo Vaccari e Vincenzo Persi, all’epoca dei fatti direttore e dirigente dell’Ufficio Federalismo fiscale del Mef, nonché presidente e componente della Commissione su tale materia istituita presso lo stesso Ministero. Un danno erariale stimato in 28,3 milioni di euro. Sui due dovranno così tornare a pronunciarsi i magistrati contabili. Una vicenda che tra i Comuni danneggiati vede quelli di Aprilia, Pomezia, Nettuno e Albano Laziale. Vaccari e Persi sono accusati di non aver subito bloccato Tributi Italia, nonostante le diverse segnalazioni fatte dagli enti locali, tra il 2017 e il 2019, sui mancati riversamenti appunto e sulle irregolarità nella gestione del servizio. La Guardia di finanza, effettuato un blitz al Mef, non trovò neppure in archivio i documenti relativi a Tributi Italia, ma in un ripostiglio, privi di qualsiasi catalogazione. Escludendo l’occultamento doloso del danno, in primo grado i giudici avevano ritenuto la richiesta risarcitoria prescritta. Ma a rimettere tutto in discussione è stata ora la sezione d’appello. E i due ex dirigenti rischiano la stangata.
21/05/2019