La classifica finale è il risultato della media dei punteggi ottenuti dai diversi territori nei singoli indicatori. Che, a loro volta, incarnano tre aspetti fondamentali della salute: performance demografiche registrate negli ultimi anni (ad esempio, l’incremento della speranza di vita alla nascita); fenomeni socio-sanitari (come la mortalità annua per tumore e per infarto e il consumo di farmaci); livelli di accesso ai servizi sanitari (dall’emigrazione ospedaliera alla disponibilità di posti letto e di medici). I dati più positivi, in generale, arrivano dalle province del Trentino Alto Adige, seguite dalla Sardegna e dalla Lombardia, mentre le performance più negative, sempre su base regionale, sono quelle di Lazio, Basilicata e Campania.
Nella classifica finale Latina si colloca al 62esimo posto su 107 province. Se si registrano dati positivi per quanto riguarda gli infarti (posizione numero 6) e per speranza della vita (posizione 29), lo stesso non si può dire per consumo di farmaci per asma in cui è alla posizione numero 83 e per diabete la cui posizione è la 86. Male anche la recettività ospedaliera, in cui la provincia di Latina è all’85esimo posto e l’emigrazione ospedaliera in cui è al 58esimo posto. Questo ultimo indicatore fotografa i pazienti dimessi dagli ospedali fuori dalla regione di residenza, e quindi “costretti” a farsi curare lontano da casa.