Ma quanto costa bonificare un tetto o un impianto in amianto per un privato? E come si può chiedere un risarcimento per i danni causati dall’eternit? Per questo il Caffè ha intervistato il presidente Ona Ezio Bonanni, avvocato da anni al lavoro per difendere le vittime dell’amianto.
Che tipo di spese deve affrontare un privato per smaltire l’amianto? Che tempistiche ci sono per concludere le operazioni di smaltimento?
«Il cittadino, se vuole rimuovere amianto dalla sua abitazione, oppure se imprenditore, dai beni aziendali, si deve rivolgere ad una ditta specializzata, la quale dovrà prima di tutto redigere il piano di lavoro per la rimozione amianto, che deve essere redatto da un tecnico, e poi così, con tutti gli strumenti di protezione e tutela dell’incolumità pubblica, può rimuovere i materiali di amianto. Tale procedura, se riferita a quantità esigue di amianto, in particolare per i casi di piccole coperture, è oltre modo dispendiosa, perché presuppone un esborso che per il solo piano di lavoro, è già non inferiore ai € 1.000 e così rimuovere anche pochi metri di eternit, potrebbe comportare una spesa che può raggiungere i 2.000 €. I tempi sono necessariamente molto lunghi, anche perché ci deve essere l’assenso/anche il silenzio assenso al piano di lavoro e il superamento di ulteriori pastoie burocratiche».
Attualmente sono previsti fondi per incentivare lo smaltimento sia a livello pubblico che privato?
«Gli imprenditori possono beneficiare dei finanziamenti INAIL a fondo perduto per la rimozione/bonifica amianto. L’INAIL ha pubblicato il bando ISI 2019, in base al quale è possibile depositare online entro il 30 maggio, le richieste di finanziamento a fondo perduto, per rimuovere l’amianto dai siti. L’Osservatorio Nazionale Amianto assicura piena assistenza a coloro che vorranno presentare la domanda. Per quanto riguarda i privati, invece, ci si deve rivolgere ai Comuni i quali possono aver posto dei finanziamenti a fondo perduto, oppure stipulato delle convenzioni con delle società, per poter abbattere i costi di bonifica. Inoltre, possono essere utilizzate le norme che riguardano le ristrutturazioni e che prevedono la detraibilità fiscale delle somme spese per questi lavori. L’ONA ha avanzato delle proposte di legge per far venir meno qualsiasi limite di detraibilità fiscale delle somme spese per la bonifica e messa in sicurezza sia dei luoghi di vita, che dei luoghi di lavoro.
Ci sono poi altre misure: eco bonus riqualificazione energetica che può essere operata dai privati cittadini, enti pubblici, aziende non del settore commerciale, con una detrazione pari al 65% IRPEF; bonus ristrutturazioni manutenzione edilizia ordinaria e straordinaria, tra cui incapsulamento e rimozione amianto, che può essere operata da privati cittadini, soci cooperative e società semplici, ditte a nome individuale per soli beni non strumentali, con una detrazione pari al 50% IRPEF; credito di imposta per l’intervento di rimozione e smaltimento dell’amianto di cui sono destinatarie le aziende produttive a cui sarà concesso lo sgravio erariale (fondi limitati, allo stato misura non operativa); detrazione fiscale diretta a tutti, con sostituzione amianto con pannelli fotovoltaici (allo stato non rifinanziata).
Una volta accertata la malattia per esposizione all’amianto, il malato può chiedere un risarcimento direttamente all’ente che non ha provveduto alla bonifica?
«Innanzitutto, occorre distinguere tra vittime per patologie asbesto correlate di origine occupazionale o per esposizione ambientale.
Nel caso di malattie professionali, la vittima ha diritto a rivolgersi all’INAIL per vedersi costituita la rendita (se il suo grado di inabilità è pari, almeno, al 16%), ovvero all’indennizzo del danno biologico se il grado invalidante è dal 6 al 15%. Nei casi di inabilità inferiore c’è la franchigia INAIL, però, in tutti i casi, la vittima ha diritto a vedersi integralmente risarciti tutti i danni, con azione a carico del datore di lavoro. Coloro che sono dipendenti pubblici e/o in particolare nel settore delle Forze Armate e del comparto sicurezza, possono chiedere il riconoscimento di causa di servizio e di vittima del dovere ed accedere al riconoscimento delle prestazioni previdenziali (per approfondimenti, si può consultare il sito www.eziobonanni.com/vittime-del-dovere.
Nel caso di coloro che si sono ammalati per la presenza di amianto in siti contaminati e/o per esposizione ambientale, è possibile agire con richiesta di risarcimento nei confronti dell’ente che non ha bonificato tempestivamente (se l’esposizione deriva da edifici e/o mezzi di trasporto pubblici, tra questi ultimi, per esempio, i treni e le carrozze ferroviarie). Nel caso di società che hanno utilizzato amianto e hanno contaminato l’ambiente, la vittima potrà chiedere il risarcimento dei danni con la costituzione anche di parte civile nel processo penale. In caso di morte, il coniuge può chiedere la rendita di reversibilità all’INAIL e il risarcimento di tutti i danni, sia quelli subiti dalla vittima che dai suoi famigliari. I lavoratori esposti ad amianto, anche quelli che non si sono ancora ammalati, hanno diritto al prepensionamento e, se già in pensione, alla rivalutazione della prestazione pensionistica. In circa 20 anni di attività professionale dedicata alla tutela dei lavoratori esposti ad amianto, sono centinaia, se non migliaia, solo in provincia di Latina e ancor più nel resto di Italia, i lavoratori che assistiti legalmente e supportati dall’ONA hanno ottenuto la tutela dei loro diritti».
Dati recenti sui morti per amianto in Italia e nel Lazio?
«Sono passati, ormai, 27 anni dall’approvazione della legge n. 257/92, e purtroppo di amianto si continua e si continuerà a morire: una strage silenziosa che l’Osservatorio Nazionale Amianto ha denunciato, per potervi porre fine e tutelare la salute pubblica e l’ambiente, come denunciato Ne “Il libro Bianco delle morti di amianto in Italia”, di cui sono autore. Nel 2018, in Italia, sono decedute 6.000 persone a causa dell’amianto, nel mondo più di 107.000 (stima per difetto, perché ci sono molti Stati che non registrano i casi di patologie asbesto correlate). L’amianto è un killer silenzioso cancerogeno che provoca con assoluta certezza scientifica mesotelioma, tumore del polmone, tumore della laringe, dello stomaco e del colon. Per non parlare dei danni respiratori che causa, anche quando non insorge il cancro (placche pleuriche, ispessimenti pleurici, asbestosi e complicanze cardiocircolatorie): 1.900 di mesotelioma; 600 per asbestosi; 3.600 per tumori polmonari. L’amianto provoca anche altre patologie neoplastiche (il tumore della faringe, della laringe, dello stomaco, delle ovaie e del colon retto. Spesso possono bastare anche esposizioni non elevate per provocare l’insorgenza del mesotelioma e delle altre patologie tumorali asbesto correlate. Il picco di mesoteliomi e di altre patologie asbesto correlate si verificherà tra il 2025 e il 2030 e poi inizierà una lenta decrescita. In Italia, ci sono ancora 40 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto, di cui 33 milioni di amianto compatto ed 8 milioni di tonnellate di amianto friabile».
Ultimi passi fatti nella lotta all’amianto?
«L’Osservatorio Nazionale Amianto (www.osservatorioamianto.com) assiste tutti i cittadini e lavoratori e sostiene che la vera prevenzione è quella primaria: evitare ogni forma di esposizione ad amianto e, quindi, l’insorgenza di queste patologie, salvare vite umane e recuperare risorse; in più sostenere la ricerca scientifica e migliorare le terapie (prevenzione secondaria) e l’assistenza legale per le prestazioni previdenziali e il risarcimento dei danni e i dati epidemiologici, i quali poiché rendono il quadro della situazione drammatica, rendono la prova della necessità dell’immediata bonifica. I cittadini possono chiedere l’assistenza gratuita presso la sede in Latina, in Via Cairoli n. 10 e a Roma in Via Crescenzio n. 2, Sc. B, int. 3 (numero verde gratuito 800034294). Certamente l’impegno dell’associazione e mio personale, ha permesso di affrontare e risolvere molti problemi legati all’amianto: abbiamo ottenuto i significativi risultati nella tutela delle vittime dell’amianto, permettendo loro di ottenere il prepensionamento, oltre alle rendite e ai risarcimenti. Fondamentale è la prevenzione, e quindi la bonifica, e cioè evitare ogni forma di esposizione e sconfiggere definitivamente il killer amianto (prevenzione primaria)».
Stati generali dell’ambiente: il 21 maggio la conferenza a Latina
L’ONA prosegue la sua mobilitazione in provincia di Latina sul tema amianto, nucleare e rifiuti e ha organizzato, per il 21 maggio alle ore 9.30, presso il Circolo Cittadino di Latina (Piazza del Popolo), gli Stati Generali dell’Ambiente. L’iniziativa è promossa dall’Avv. Ezio Bonanni che, per altro, recentemente è stato chiamato a far parte della Commissione che si dovrà occupare di affrontare e risolvere il problema amianto in Italia, convinto che: “con una mobilitazione condivisa con la collettività si vince”. L’evento sarà moderato da Ruggero Alcanterini, Presidente del Comitato Fair Play, e di ONA Fair Play e direttore vicario de Il Giornale sull’Amianto, organo ufficiale dell’Osservatorio Nazionale Amianto e sarà aperto alla partecipazione di tutti i cittadini. Bonanni renderà pubblici i dati relativi alle condizioni di rischio ambientale in provincia di Latina, dalle discariche, ai siti contaminati, dalla Centrale Nucleare, fino ai cantieri navali, e agli altri siti produttivi ed industriali, senza che siano risparmiate le scuole e gli ospedali, piuttosto che le tubature dell’acqua (realizzate in cemento amianto).
Laura Alteri