ENTUSIASTI LA SINDACA RAGGI E CALTAGIRONE
Si tratta di un risultato economico niente male, riconosciuto dalla prima cittadina dell’Urbe Eterna, Virginia Raggi: “In veste di socio di maggioranza, colgo questo importante appuntamento annuale per rinnovare le congratulazioni ai vertici di Acea Spa per gli straordinari risultati economici, finanziari e gestionali raggiunti nel corso del 2018. Risultati che celebrano il miglior anno di sempre, per Acea. Un anno da record per i bilanci della multiutility capitolina, con un balzo dell’utile del 50 per cento, anticipando il raggiungimento degli obiettivi previsti dal piano industriale”. Secondo la sindaca Raggi, dunque, tutto questo “sancisce in via definitiva una netta discontinuità nella gestione di una delle più grandi multiutility italiane, la prima nel settore idrico con oltre 9 milioni di abitanti serviti tra Lazio, Toscana, Umbria e Campania, che dopo aver affrontato criticità storiche nella gestione e nella manutenzione delle reti – così come con il piano industriale – ha affermato il ruolo di società leader nel mercato italiano”, ha aggiunto. Sulla stessa linea anche Francesco Gaetano Caltagirone, socio di minoranza di Acea: “E’ un’azienda che va molto bene e ha anche prospettive di proseguire ad andare bene; penso che l’ingresso dei privati sia stato fondamentale per cambiare certi usi di casa in alcune aziende pubbliche”. Caltagirone poi rilancia il modello Acea, quindi la privatizzazione, anche per le altre partecipate: “La riflessione è perché visto come va Acea non si privatizzano anche le altre? Non è meglio avere una azienda che va bene piuttosto che subirne le perdite”.
COMITATI E ASSOCIAZIONI PREOCCUPATI
Se i soci di Acea sono palesemente soddisfatti degli utili societari in segno positivo, grandi preoccupazioni giungono invece dalle associazioni e dai comitati cittadini. A partire dal Comitato romano per l’acqua pubblica (Craop), protagonista per la promozione del referendum del 2011, che non si è dimostrato assolutamente soddisfatto degli esiti dell’Assemblea degli azionisti di Acea e spiega che “alle nostre domande puntuali sono state date risposte evasive e ideologiche. Per questo siamo azionisti critici tutto l’anno e non solo oggi”. Secondo il Comitato, infatti, l’amministratore delegato Acea Donnarumma, “nel suo intervento iniziale ha dichiarato che il settore regolato è un importante business perché gli investimenti sono remunerati: in pratica ammettendo pubblicamente il mancato rispetto dei referendum del 2011. Gli ha poi fatto eco la Sindaca Virginia Raggi, in qualità di socio di maggioranza, che si è complimentata con il management Acea per gli straordinari risultati, in particolare per il record degli utili, confondendo forse la stella dell’acqua pubblica con quella del profitto privato”, attacca ancora il Comitato che pretende risposte concrete e precise. Critica anche l’associazione Assotutela che sottolinea: “Siamo indignati di fronte all’atteggiamento trionfalistico della sindaca di Roma, Virginia Raggi, che esulta per il record di utili di Acea, facendo finta di dimenticare tuttavia tutte le inefficienze della municipalizzata capitolina: dagli investimenti effettuati ai disservizi idrici nella Capitale d’Italia”.
Tevere da bere, si muove Radio Rai 3
Il giornale Il Caffè ha spiegato lo strano progetto di Acea per dare da bere l’acqua del Tevere ai cittadini di Roma e provincia. Si tratta del cosiddetto ‘potabilizzatore’ già realizzato in zona Grottarossa, su un’ansa del fiume a Roma nord. La notizia del progetto, approvato in un clima di misteri, sta destando un certo imbarazzo nelle istituzione, che però tacciono. Silenzio anche da parte della stampa, a parte rarissimi casi come quello del terzo canale radio della Rai, sul quale il giornalista del Caffè Daniele Castri ha illustrato i punti salientei della vicenda. L’impianto, costato 12,7 milioni di euro, è stato presentato lo scorso gennaio senza darne notizia alla popolazione, invitando solo alcuni selezionati personaggi istituzionali e alcuni tecnici. Il Garante del servizio idrico del Lazio, avv. Paola Perisi, da mesi chiede lumi ad Acea Ato2 che però non si è nemmeno presentata al tavolo tecnico che il Garante ha convocato ad hoc proprio per fare luce sul progetto. Al tavolo ha partecipato anche il giornale Il Caffè. Tra i tanti punti da chiarire, spicca quello sulle analisi dell’acqua del Tevere: nessuno spiega alla popolazione come verificheranno che siano abbattuti i contaminanti. In particolare, non è dato sapere come possa un impianto a carboni attivi eliminare microplastiche, idrocarburi e metalli pesanti presenti nel Tevere.
Alessandro Russo