Autostrada Roma-Latina appesa all’ennesimo ricorso. Il 13 settembre scorso il Consiglio di Stato aveva annullato l’appalto da 2,7 miliardi di euro per la progettazione esecutiva, la costruzione e la gestione della Roma-Latina e della bretella Cisterna Valmontone, accogliendo l’appello di Salini Impregilo e aveva stabilito che l’appalto doveva essere rifatto. Per tutta risposta il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, aveva annunciato di voler far realizzare l’opera direttamente ad Autostrade del Lazio, la società della stessa Regione e dell’Anas, uscendo così dai mille problemi legati ai ricorsi. Ora, dopo l’assemblea di Autostrade del Lazio, emerge che non è stata fatta né l’una né l’altra cosa, ma un altro ricorso appunto. Il Consorzio Sis, un raggruppamento italo-spagnolo che unisce la Sacyr Construccìon, la Sipal e la Inc, aggiudicatario della gara annullata da Palazzo Spada, ha infatti impugnato la sentenza per revocazione. Punta insomma a far cancellare quella sentenza sostenendo che i giudici che l’hanno emessa sono incappati in una serie di errori. Una battaglia per cui il gruppo di imprenditori si è rivolto alle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, seguito su tale strada dalla stessa Autostrade del Lazio. Una scelta che appare destinata a far perdere altro tempo prima di arrivare a qualche soluzione utile alla realizzazione dell’opera, un progetto fermo da oltre dieci anni e costato già oltre 50 milioni di euro per la sola progettazione, con sprechi stimati dai magistrati contabili in circa venti milioni, mentre l’inferno della Pontina continua ad essere l’unico collegamento possibile per chi dalla provincia di Latina deve recarsi nella capitale. E non è tutto. Nell’assemblea della spa è infatti emerso anche che il bilancio si è chiuso al 31 dicembre scorso con un’ulteriore perdita di oltre 200mila euro. Considerando poi che le perdite totali superano i 710mila euro, la stessa Regione Lazio ha dato l’ok a una riduzione del capitale sociale, che passerà da oltre un milione di euro a 350mila euro, e ha deciso di valutare insieme all’Anas una ricostituzione dello stesso capitale sociale. Dunque di investire altri soldi sulla società che dovrebbe realizzare un’opera per cui non è partito neppure mezzo cantiere e non si sa se e quando partirà. Evidenziato infine che la spa non ha trasmesso la relazione sul governo societario, particolare che rappresenta una violazione agli obblighi di legge, e che è necessario nominare un nuovo componente del Consiglio di Amministrazione. Sempre più difficile arrivare all’attesa autostrada.
02/05/2019