In gergo tecnico si chiamano pendolari della salute. Sono i cittadini che per farsi ricoverare e curare sono costretti a recarsi nei grandi ospedali romani, con problemi anche per i familiari, visto che le strutture sanitarie della Asl Roma 6 non sono in grado di accoglierli. Sui numeri di questo esodo quotidiano della salute amministratori locali, politici regionali e dirigenti sanitari hanno la bocca cucita. Il Caffè è in grado di pubblicare in esclusiva dati, percentuali e numeri precisi. La Asl Roma 6 abbraccia 21 comuni dislocati tra l’area dei Castelli e il litorale laziale a sud di Roma: Frascati, Rocca di Papa, Rocca Priora, Grottaferrata, Albano, Ariccia, Genzano, Castel Gandolfo, Lanuvio, Nemi, Marino, Ciampino, Pomezia, Ardea, Velletri, Lariano, Anzio, Nettuno, Monte Porzio Catone, Montecompatri e Colonna. Municipi in cui vivono oltre 600mila persone e in cui si verificano in media 70mila ricoveri l’anno. Ma serve anche due comuni dell’area nord pontina, Aprilia e Cisterna, ancora privi di una struttura sanitaria pubblica. Nel bacino della Asl Roma 6 sono attivi 5 ospedali: Frascati, Velletri, ospedali riuniti di Anzio-Nettuno, Marino, oltre a quello dei Castelli che ha preso il posto delle 3 ‘vecchie’ strutture sanitarie di Albano, Ariccia e Genzano.
POMEZIA AL 96%, ARDEA AL 91%, MALE ANCHE CASTELLI, ANZIO E NETTUNO
Il record negativo per numero di cittadini costretti ad ‘emigrare’ per farsi ricoverare è del comune di Pomezia. Il 96% dei cittadini pometini che hanno bisogno di ricorrere ad una ospedalizzazione devono spostarsi fuori dal territorio di competenza della Asl Roma 6 (fonte Sistema Informativo Ospedaliero del Lazio). Appena più fortunati i residenti di Ardea, la cui percentuale di ‘pendolarismo’ si ferma al 91%. Percentuali molto alte dovute all’assenza di ospedali pubblici nei due comuni del litorale laziale a sud di Roma. Un po’ meglio, ma decisamente male anche gli altri comuni del comprensorio sanitario: i cittadini di Ciampino toccano la vetta dell’88%, quelli di Marino il 79%, Grottaferrata il 77%, Frascati il 74%, Anzio il 69%, Ariccia, Albano e Rocca di Papa il 68%, Nettuno il 66%, Genzano il 60%. Appena un po’ meglio Velletri, il municipio migliore dell’area di competenza Asl Roma 6, al 55%. Percentuali riferite ai ricoveri ospedalieri della cittadinanza che risiede nel territorio della Asl Roma 6 e aggiornate a settembre 2018.
GLI OSPEDALI CI SONO, MA SENZA I REPARTI PIÙ RICHIESTI
Eppure, nell’area dei Castelli Romani e ad Anzio-Nettuno gli ospedali ci sono, ma sono privi dei dipartimenti e dei reparti più interessati dal fenomeno del pendolarismo della salute. L’83% degli oltre 5600mila cittadini residenti nella Asl Roma 6 che hanno bisogno di un ricovero in un reparto di Neurologia sono costretti ad emigrare fuori dalla Asl Roma 6. La percentuale è del 79% per chi ha bisogno di un reparto di Chirurgia specialistica, al 77% per l’Oncologia, al 75% per l’Ortopedia, al 70% per l’Ostetricia e Ginecologia, al 67% per Cardiologia, al 65% per Gastroenterologia, etc. Inoltre, spesso l’inadeguatezza del sistema sanitario pubblico comporta una ridistribuzione dei pazienti non solo sulle altre strutture sanitarie pubbliche di altre Asl, ma anche sulle tante strutture sanitarie private dell’area sud di Roma, a cominciare dal Campus Biomedico di Trigoria, che da solo accoglie ogni anno il 5,5% di tutti i ricoverati provenienti dalla Asl Roma 6. E i sindaci che fanno? Per il momento, si sono limitati ad applaudire ill direttore generale della Asl Roma 6, Narciso Mostarda (leggi box).
I sindaci ‘promuovono’ il capo della Asl
La Conferenza dei 21 sindaci della Asl Roma 6 ha promosso all’unanimità il Direttore Generale della Asl Roma 6, Narciso Mostarda. L’assise si è tenuta nell’aula consiliare del Municipio di Pomezia, lo scorso 17 aprile. 11 i primi cittadini presenti: Pomezia, Ardea, Ariccia, Albano, Lariano, Velletri, Nettuno, Anzio, Frascati, Castelgandolfo e Nemi. “Nel corso della Conferenza – riporta un comunicato stampa della Asl Roma 6 – è stata votata favorevolmente e all’unanimità la proposta di revisione dell’atto aziendale della Asl Roma 6 (l’atto che esprime l’organizzazione che il direttore generale vuole dare alla Asl che guida, ndr). Presenti il Direttore generale della Asl Roma 6, Narciso Mostarda, e il Sindaco di Pomezia nonché Presidente della Conferenza, Adriano Zuccalà. Il documento – continua la nota – sancisce le azioni messe in campo dalla Direzione aziendale in merito all’adeguamento dell’assetto organizzativo sollecitato dall’apertura dell’Ospedale dei Castelli, recupera coerenza e supera antinomie (…) Le principali novità introdotte con l’attuale revisione (…) sono rappresentate (…) da azioni di implementazione delle attività territoriali, come la tutela delle fragilità e della cronicità, la medicina transculturale, la domiciliarità e la tutela della salute per minori. Tutto questo per modernizzare gli assetti aziendali e intercettare bisogni e domande di salute emergenti. Tante le sollecitazioni espresse dai sindaci presenti e raccolte positivamente da parte del Direttore generale, Narciso Mostarda, che ha affermato: “L’attivazione dell’Ospedale dei Castelli ha ormai trovato realizzazione. Abbiamo aperto un complesso ospedaliero cruciale per il territorio (…) abbiamo in programma un aumento dei posti letto per pazienti con acuzie, che consentirà di migliorare ulteriormente la qualità dei processi assistenziali e gli esiti delle cure. Ciò che fa la differenza non è curare le persone a cinque o a dieci chilometri da casa, ma poter offrire alla comunità un ospedale di serie A” (…) stiamo continuando ad assumere molte figure professionali, fra cui ingegneri clinici; apriremo nuove linee di attività di chirurgia mini-invasiva, anche oculistica; stiamo sperimentando la Telemedicina e la Psicoterapia a distanza, mantenendo altissimo e rigoroso il livello delle cure e raggiungendo gli utenti nella loro intimità domestica”. “E’ stata una conferenza proficua – ha aggiunto il primo cittadino di Pomezia, Adriano Zuccalà – ringrazio i colleghi sindaci intervenuti. In qualità di Presidente della Conferenza, sono soddisfatto del clima di collaborazione che lascia spazio alla programmazione finalizzata al bene comune e lascia da parte le divisioni politiche”.