Roma è sporca, così sostengono molti romani, ma un’organizzazione segreta composta da una ventina persone si muove per le strade della Capitale con l’intento di riempire le buche, ridipingere le strisce pedonali sbiadite e raccogliere i rifiuti che inondano la città. Le loro operazioni sono però illegali, motivo per cui lavorano solo nella notte o al massimo alle prime luci dell’alba. Non sono criminali, ma membri dell’organizzazione clandestina Gap. Si muovono per le vie della città incappucciati, nascondono le loro identità perché quello che fanno – per esempio aggiustare un marciapiede rotto senza il permesso ufficiale del Comune – è tecnicamente illegale. “Sono le 6 di domenica e le strade del quartiere Ostiense nel sud di Roma sono vuote. La metropolitana ha da poco aperto le sue porte e i bar vicini aspettano i loro primi clienti. Un gruppo di uomini e donne sta lavorando sodo, i loro volti sono nascosti da sciarpe e felpe con cappuccio. Stanno scaricando sacchi di cemento e sabbia da un’auto vicino alla Basilica di San Paolo”, racconta The Guardian che ha intervistato due di loro. La loro missione è quella di fermare il declino di Roma, si fanno chiamare Gap acronimo che sta per Gruppi Artigiani Pronto Intervento, un tributo alla resistenza. “Ciascuno di noi ha avuto nonni o genitori partigiani. Vogliamo rendergli onore”, spiega quotidiano britannico un architetto cinquantenne che usa come pseudonimo Renato. Dopo avere completato la loro opera di restauro, i gappisti lasciano la loro firma. Il loro simbolo è un martello con un cacciavite. La gang clandestina ha diffuso anche dei volantini con cui esorta i romani a seguire il loro esempio. “Gap è una organizzazione segreta che invece di condurre azioni di sabotaggio, ripara laddove la burocrazia fallisce. Individua il tuo obiettivo, organizza e ripara: diventa tu stesso un gappista!”, si legge nei flyer. “Questa situazione è il risultato di problemi che si protraggono e sovrappongono da anni. Tutti i partiti che hanno governato Roma hanno la loro parte di responsabilità”, spiegano i questi benefattori incappucciati intervistati da Giorgio Ghiglione.
19/04/2019