LEODORI NUOVO VICEPRESIDENTE AL POSTO DI SMERIGLIO
L’addio di Smeriglio all’esecutivo Zingaretti, dunque, genererà rilevanti ripercussioni sull’attuale assetto della maggioranza di centrosinistra regionale – una sorta di “minirimpasto” – visto e considerato che, secondo quanto viene fuori dai rumors in giro per la Pisana, il posto da vicepresidente dell’ex Sel in Giunta potrebbe essere preso da Daniele Leodori, che ha comunicato le sue dimissioni da presidente del Consiglio regionale del Lazio, però non lascerà la scranno di consigliere. Alla guida dell’aula al posto di Leodori dovrebbe essere indicato Mauro Buschini, attuale capogruppo del Partito Democratico ed esponente di spicco del territorio ciociaro. Chiaramente il passaggio di Leodori nell’esecutivo potrebbe concretizzare la conseguente redistribuzione delle deleghe, in particolare quelle di Smeriglio che – lo ricordiamo, oltre alla vicepresidenza, deteneva anche l’assessorato regionale “alla Formazione, Diritto allo Studio, Università e Ricerca, Attuazione del Programma”. Mentre l’eredità di Mauro Buschini, a capo del gruppo del Partito Democratico, sempre secondo i “bookmakers” politici, potrebbe andare al consigliere regionale Marco Vincenzi, già alla guida dei Dem alla Pisana nella prima parte della scorsa legislatura, prima delle dimissioni legate al suo coinvolgimento nell’inchiesta di Mafia Capitale, che si e’ conclusa per lui con l’archiviazione.
CAMBIAMENTI ANCHE NELLE COMMISSIONI
Smeriglio in Europa, Leodori in giunta, Buschini presidente del consiglio regionale e Vincenzi Capogruppo Dem in Pisana. Questo lo scenario appena descritto che, da par suo, potrebbe comportare cambiamenti importanti anche nella composizione delle varie commissioni regionali. Il nuovo eventuale incarico di Marco Vincenzi, ad esempio, libererà una casella, quella di presidente della commissione “Bilancio”, attualmente ricoperto dall’ex primo cittadino di Tivoli: casella che potrebbe essere occupata da Fabio Refrigeri, già assessore ai Lavori Pubblici nel precedente mandato amministrativo sempre a firma Nicola Zingaretti. Ma L’esponente reatino del Partito Democratico è ad oggi presidente della commissione “Lavori Pubblici, infrastrutture, mobilità, trasporti”, incarico che potrebbe abbandonare a beneficio di Eugenio Patanè, consigliere regionale dem rimasto a bocca asciutta nel primo valzer di nomine, a inizio Zingaretti bis.
ANCHE NEL CENTRODESTRA E M5S QUALCOSA SI MUOVE
Proprio nelle ore in cui andiamo in stampa, è fissato il termine entro il quale i partiti dovranno presentare le candidature per le elezioni europee del prossimo 26 maggio. E non è solo il Partito Democratico a scalpitare, ma anche gli altri schieramenti: dalla Lega di Salvini al Movimento 5 Stelle, da Forza Italia a Fratelli d’Italia, passando per le realtà centriste: equilibri e scelte politiche che toccano la Regione Lazio e il Parlamento. Nel Lazio, che fa parte del collegio dell’Italia centrale con Umbria, Marche e Toscana, ci saranno volti nuovi e conferme di alcuni uscenti nelle liste che stanno per essere annunciate. Come scrive l’agenzia Dire, la Lega – che per le Europee vedrà Matteo Salvini capolista – pescherebbe nei “ministeri” per i propri candidati. In pole position ci sono Marco Penna, capo dell’ufficio legislativo del ministro dell’Agricoltura, guidato da Gianmarco Centinaio, e Andrea Signorini, segretario particolare del ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti. Signorini, marito di Sara De Angelis (gia’ presidente del II Municipio di Roma con Alemanno sindaco e attuale deputato della Lega), si candidò nel 2016 per la presidenza del II Municipio, di cui è stato consigliere dal 2008. In lista potrebbe esserci anche Sara Petrucci, consigliere comunale uscente ad Arce. Per il Movimento 5 Stelle, invece, correranno sicuramente gli eurodeputati uscenti Fabio Massimo Castaldo, Dario Tamburrano e Laura Agea, oltre alla new entry Tiziana Alterio. Tornando all’opposizione, Fratelli d’Italia avrà Giorgia Meloni capolista mentre, ripassando in Consiglio regionale, la novità potrebbe essere rappresentata da Fabrizio Ghera, ex consigliere comunale e attuale capogruppo del partito meloniano in Consiglio regionale. Non si candiderà la consigliera regionale Chiara Colosimo, mentre un’altra quota rosa sarà garantita da Roberta Angelilli, già eurodeputato ai tempi del Popolo delle Libertà ed ex consigliere regionale del Lazio. Candidati anche l’ex assessore capitolino con la giunta Alemanno, Alfredo Antoniozzi, che potrebbe contare anche sull’appoggio di Massimiliano Maselli, capogruppo di “Noi con l’Italia” alla Pisana, ma sempre più vicino a Fratelli d’Italia, e il sindaco di Terracina, Nicola Procaccini. Quanto a Forza Italia, si punta forte sul presidente uscente dell’Europarlamento, Antonio Tajani, sul sindaco di Fondi, Salvatore de Meo, e su Salvatore Ladaga, coordinatore del partito a Velletri. Ma tra gli azzurri le acque sono piuttosto agitate e proprio il 17 aprile – termine ultimo per la presentazione delle liste – il consigliere regionale ed ex vicepresidente dell’Aula, Adriano Palozzi, insieme all’ex senatore di Forza Italia Francesco Aracri, ha organizzato un evento in quel di Albano Laziale, a cui prenderà parte anche presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, intitolato “#Officinedelfuturo”.
ZINGARETTI: PRESIDENTEREGIONE E SEGRETARIO PD? NON È UN PROBLEMA
In queste clima di poltrone e incarichi che cambiano, il pensiero corre naturale al duplice ruolo di Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio e segretario nazionale del Pd. Sul tema lui è tranquillo: “Molti mi chiedono se il doppio incarico è un problema. Oggi con più certezza rispondo che il doppio incarico è molto faticoso per me, per la mia famiglia e per i miei amici che non vedo piu’, ma non lo vedo come un errore bensì come un’immensa risorsa”. Zingaretti che poi puntualizza: “Tocco con mano la distanza siderale tra la vuotezza delle discussioni politiche, fatte troppo di parole, e la straordinaria concretezza che mi dà l’esperienza amministrativa. Mi trovo a volte in riunioni nelle quali mi perdo e dico “di cosa state parlando”. Come amministratore devo fare quadrare i conti e devo pormi il problema di dare delle risposte alle persone. Se lavoriamo bene, il doppio incarico non solo non rappresenta un ostacolo ma è una parte di quella riforma della politica di cui il centrosinistra ha più bisogno: uscire dal dirigibile e tornare con i piedi per terra. Per farlo bene però dobbiamo riorganizzarci”.
Alessandro Russo