INATTIVI I REPARTI CHE “VALGONO”
In parole povere, la chiusura dei tre ‘vecchi’ ospedali di Albano, Ariccia e Genzano e l’apertura nel nuovo ospedale dei Castelli rischia di costare cara, molto cara ai cittadini che vivono nel Lazio se non verranno presto aumentati il numero di posti letto e i servizi sanitari disponibili. A maggior ragione, visto che fino ad ora la cosiddetta nuova apertura della struttura sanitaria è consistita in un semplice trasferimento delle precedenti prestazioni in un nuovo immobile molto grande e molto costoso da mantenere. Ma per capire di cosa stiamo parlando, è necessario comprendere in cosa consiste il valore di un ricovero e di una prestazione sanitaria. Abbiamo detto che ad ogni ricovero, diagnosi, operazione chirurgica o più in generale prestazione ambulatoriale viene assegnato, in base a precisi parametri di legge, un valore economico. Il problema principale del nuovo Ospedale dei Castelli è dovuto al fatto è sprovvisto dei reparti in cui si eseguono i ricoveri e le prestazioni ambulatoriali a cui la legge assegna più valore e che valgono di più: cardiochirurgia, emodinamica, terapia intensiva neonatale, neurologia, oculistica, oncologia, chirurgia vascolare, urologia, etc.
LA DIFFERENZA TRA PRIMO E SECONDO LIVELLO
Tutti questi reparti verranno mai attivati nel Noc? Al momento, il nuovo Ospedale dei Castelli è un ‘semplice’ ospedale, dotato del solo Pronto Soccorso. Non gli è stato ancora assegnato nemmeno il ‘titolo’ di ‘Dipartimento di Emergenza e Accettazione (o Dea) di primo livello’, di cui è titolare al momento – almeno nel territorio della Asl Roma 6 – solo l’ospedale di Velletri. Al contrario, un Ospedale in cui sono attivi i reparti più prestigiosi e remunerativi (in termine di valore delle prestazioni eseguite) prende il nome o di ‘Dipartimento di Emergenza e Accettazione (o DEA)’ di primo o di secondo livello. In un DEA di primo livello, oltre al pronto soccorso, sono presenti anche i reparti di: rianimazione, chirurgia generale, ortopedia, traumatologia, cardiologia con UTIC (Unità di Terapia Intensiva Cardiologica), oncologia, un laboratorio di analisi chimico-cliniche e microbiologiche, un reparto di diagnostica per immagini e un reparto trasfusionale. In un DEA di secondo livello, oltre a tutti i Dipartimenti e Reparti presenti in un Dea di primo livello, sono presenti anche i servizi di neurochirurgia, cardiochirurgia, chirurgia specialistica, terapia intensiva neonatale, chirurgia toracica, chirurgia vascolare, grandi ustionati e Unità spinali, reparti oncologici e urologici, etc.
COME PORTARE ‘IN ATTIVO’ IL NOC
Per fornire prestazioni sanitarie d’eccellenza e cominciare a ‘produrre’ più ricchezza rispetto a quella che serve per tenere aperta la struttura, il nuovo Ospedale dei Castelli dovrà avere una configurazione di posti letto e personale superiore a quella attuale. I posti letto dovrebbero presto divenire 344, così prevede l’accordo di programma, ovvero il patto scritto e sottoscritto da Regione, Comuni di Albano, Ariccia e Genzano e Asl Roma 6 nel lontano 2007. 344 era infatti il numero di posti letto attivi nei tre ‘vecchi’ ospedali di Albano, Ariccia e Genzano, andati in pensione poco prima dell’avvio del nuovo ospedalone unico, tra novembre e dicembre 2018. Tuttavia, in base allo spazio disponibile nella nuova struttura, il nuovo ospedale potrà ospitare però soli 283 letti, ovvero 61 in meno rispetto al previsto. Sarà ancora più importante, quindi, dotare la nuova struttura dei Reparti necessari a trasformarlo in un Dea di secondo livello, per migliorare la qualità delle prestazioni fornite ai cittadini-pazienti e aumentare sensibilmente anche il valore meramente economico prodotto dall’ospedale.
I CONTI DELLA SERVA
Per portare a regime il nuovo ospedale, i medici dovranno passare da 154 a 217 unità e gli infermieri da 324 a 473. Il costo per per pagare ogni anno i medici in servizio schizzerebbe dai circa 14 milioni a oltre 20 milioni di €; quello degli infermieri da circa 18 milioni a oltre 25 milioni di €. Ma la qualità e quantità di ricoveri e della prestazioni fornite dai reparti di cardiochirurgia, emodinamica, oncologia, urologia e terapia intensiva neonatale farebbe schizzare il valore sanitario delle prestazioni erogate a quasi 60 milioni di €. Un ospedale, certo, non può essere paragonato ad una attività artigianale o imprenditoriale, ma è pur vero che le unità territoriali sanitarie che si chiamano Aziende Sanitarie Locali vengono gestite sempre di più sulla base dei principi di economicità e quindi, a differenza del passato, non possono più produrre deficit e devono andare almeno in pareggio. A maggior ragione in una Regione, come il Lazio, che è ancora sottoposta al regime commissariale per i tantissimi debiti accumulati in passato. E in una azienda il valore della ‘produzione’ deve almeno superare i costi diretti, per avere un margine di copertura dei costi fissi. E questo obiettivo il nuovo Ospedale dei Castelli deve raggiungerlo prima possibile.
I ‘pendolari’ della salute
Il 70% dei cittadini che vivono nel territorio di competenza della Asl Roma 6 sono costretti a ricorrere all’ospedalizzazione in strutture sanitarie diverse da quelle in cui vivono, almeno per le malattie più gravi. Soltanto il 30% viene assistito nei presidi sanitari della Asl Roma 6. Sono oltre 600mila i cittadini che vivono nel territorio sottoposto alle cure della Asl Roma 6, suddivisi in 22 comuni: Frascati, Monteporzio, Montecompatri, Colonna, Rocca Di Papa, Rocca Priora, Grottaferrata, Albano, Ariccia, Genzano, Lanuvio, Nemi, Marino, Ciampino, Pomezia, Ardea, Velletri, Lariano, Anzio e Nettuno. A questi si aggiungono i comuni limitrofi ancora privi di strutture sanitarie pubbliche di Aprilia e Cisterna.
Più personale rispetto ai posti letto
Sono 137 i posti letto attivi al momento nel nuovo Ospedale dei Castelli a fronte di 154 medici, 324 infermieri e 150 operatori in servizio. Sono quindi in media 4,58 i sanitari che ruotano attorno ad ogni paziente ricoverato, un numero molto alto che non trova confronto con le medie regionale e nazionale. In termini tecnici, questo problema si chiama ridondanza di personale. Un ulteriore incremento di sanitari sarà presto necessario, come detto in precedenza, per trasformare il Noc in un Dea di secondo livello, ma solo nel caso in cui verrà aumentato anche in modo consistente il numero di posti letto attivi nella nuova struttura.