L’Esercito, la Polizia ed i Carabinieri sorveglieranno gli impianti che trattano l’immondizia della Capitale. Almeno quattro siti finiranno a giorni sotto tutela: il centro Ama di Rocca Cencia, l’unico nell’orbita comunale rimasto in funzione dopo il rogo che ha devastato l’impianto gemello del Salario a dicembre, poi i due impianti privati di Malagrotta, entrambi della galassia Cerroni ma finiti da tempo sotto amministrazione giudiziaria, e poi ancora il centro di trasferenza a Ponte Malnome, che rimarrà aperto fino al 30 giugno, salvo proroghe. Questo è lo schema con cui il Campidoglio si presenterà domani mattina al Comitato provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza. A convocare il vertice, con all’ordine del giorno i siti dei rifiuti da tenere sotto sorveglianza, è stato il prefetto Paola Basilone, in prima linea nonostante sia agli ultimi giorni di mandato (da maggio arriverà un nuovo prefetto, probabilmente Gerarda Pantalone, mentre Basilone è già stata nominata alla Corte dei Conti)Nella riunione di Palazzo Valentini, a cui dovrebbe partecipare la sindaca Virginia Raggi, verrà formalizzato il percorso con cui arrivare, in tempi brevi, alla presenza di militari, polizia e carabinieri davanti ai grandi impianti dei rifiuti di Roma. Sarà creato un tavolo per stilare la short list dei siti da vigilare con la forza pubblica. E ad avere la parola finale sull’operazione dovrebbe essere il nuovo prefetto, tra poche settimane. È stato il Campidoglio a chiedere di blindare gli impianti. Raggi, dopo l’incendio del Salario e dopo il rogo che a fine marzo ha colpito anche il centro di Rocca Cencia, ha ventilato l’ipotesi di un sabotaggio ai danni dell’amministrazione. Anche il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ha parlato di «un attacco al sistema», convinto che «ciò che è avvenuto sia sospetto, perché potrebbe mettere in ginocchio Roma e il sistema di raccolta dei rifiuti che si sta realizzando». Per questo l’argomento sarà affrontato domani in Prefettura, dove si discuterà anche delle occupazioni abusive e degli immobili a cui dare priorità per gli sgomberi (resta fuori CasaPound, dato che l’Agenzia del Demanio, proprietaria del palazzo di via Napoleone III, non ha ancora formalizzato una denuncia).
18/04/2019