PARNASI, ANCORA NIENTE PROCESSO
Dopo una serie estenuante di rinvii e tentennamenti, l’ultimo dei quali nel corso dell’udienza dell’8 aprile scorso, il prossimo 30 aprile dovrebbe finalmente svolgersi anche l’udienza preliminare in cui verrà presa la decisione relativa al rinvio a giudizio del potente costruttore romano Luca Parnasi, ex presidente della società Eurnova, l’imprenditore che ha ideato il progetto dell’impianto giallorosso dopo aver acquistato i terreni dell’ex ippodromo Tor di Valle e che – secondo gli inquirenti – pur di portare a termine la sua realizzazione, avrebbe corrotto politici e funzionari comunali con soldi e promesse di assunzioni. Avendo riconosciuto in diversi interrogatori la finalità di queste tangenti, Parnasi chiederà di patteggiare la pena – così hanno preannunciato i suio avvocati – e spuntare così una condanna più mite. Al momento, però, non è stato trovato un punto d’incontro con la Procura per la quantificazione della pena. Anche perché, tra l’altro, per legge dovrà versare al fondo statale della giustizia tanti soldi quanti sono quelli da lui ‘investiti’ in bustarelle. Senza tale accordo, infatti, la proposta di patteggiamento non potrà chiudersi. Se dovesse essere condannato a più di due anni, la sua carriera di imprenditore verrà fortemente ridimensionata: la misura del Daspo, voluta da M5S e introdotta con il nuovo ddl anti-corruzione, gli vieterà infatti di partecipare ad appalti con la pubblica amministrazione.
IL ‘CASO’ PALOZZI-CIVITA (E ALTRI 12)
Nella stessa udienza del 30 aprile, il giudice per l’indagine preliminare, Costantino De Robbio, deciderà se mandare a processo anche altre 14 persone, tra cui l’ex vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio, Adriano Palozzi (Forza Italia), l’ex assessore ai rifiuti e urbanistica del Lazio e braccio destro del Governatore Zingaretti, Michele Civita (Pd), il consigliere comunale Davide Bordoni (Forza Italia), l’assessore allo Sport del X Municipio Giampaolo Gola (M5S), il funzionario del dipartimento Urbanistica del Comune, Daniele Leoni, l’ex capo di Gabinetto al Mibact, Claudio Santini (l’unico che si è presentato all’udienza dell’8 aprile), il soprintendente ai Beni culturali di Roma, Francesco Prosperetti e l’architetto, Paolo Desideri. Intanto Regione Lazio e Comune di Roma hanno formalizzato la richiesta di costituzione di parte civile nel procedimento, seguiti da Codacons, Cittadinanzattiva e il sindacato Asia-Usb. È stata rinviata a luglio, invece, la terza udienza del processo che vede imputati per corruzione Luca Lanzalone, ex presidente di Acea (tuttora ai domiciliari), e Fabio Serini, commissario straordinario dell’Ipa (l’ente previdenziale dei dipendenti comunali). Un rinvio lungo, dopo l’udienza del 4 aprile, per permettere ai periti, appena nominati, di lavorare sulle intercettazioni. Lanzalone era stato chiamato dalla Raggi, su segnalazione dei vertici del Movimento 5 Stelle, per risolvere i problemi connessi alla realizzazione dello stadio. Da qui l’appellativo di “mister Wolf” affibbiatogli da Parnasi. Nel processo potrebbero confluire anche le posizioni degli altri 15 indagati, se entro giugno si chiuderà l’udienza preliminare a loro carico. Sono state invece stralciate da questo primo filone le posizioni dell’ex assessore allo Sport, Daniele Frongia, per il quale la procura ha chiesto l’archiviazione e dell’ex presidente del gruppo consiliare M5S Paolo Ferrara, rimasto al vaglio della procura.