IN CRISI ENTRO QUALCHE SETTIMANA
Con una produzione giornaliera di rifiuti indifferenziati che arriverà a superare le 3.300 tonnellate al giorno, la capacità di smaltimento attuale della Capitale diventerà totalmente insufficiente entro qualche settimana, con un’eccedenza che potrebbe sfiorare le 500 tonnellate giornaliere. A meno di nuove ‘transumanze’ in siti lontani dalla Capitale, le discariche che hanno ancora spazio disponibile nell’area romana sono sostanzialmente due: quella di Malagrotta – chiusa dall’ex sindaco Marini anni fa – che avrebbe ancora una capacità residua di circa 250 mila tonnellate; e quella di Albano-Roncigliano, chiusa da giugno del 2016 a causa di uno spaventoso incendio, che potrebbe ancora ospitare circa 200mila tonnellate di rifiuti nel VII invaso. Ma, in entrambi i casi, servirebbe un atto formale della Città metropolitana, guidata sempre a Virginia Raggi.
ALBANO ALZA LA VOCE: «PRONTI ALLE BARRICATE»
Il Comune di Albano, per bocca del delegato ai rifiuti comunale Luca Andreassi, stoppa l’ipotesi di riapertura della discarica di Albano-Roncigliano. Ama, la municipalizzata dei rifiuti di Roma, è alla ricerca disperata di una discarica da utilizzare per interrare i rifiuti della Capitale nel periodo che va dagli ultimi giorni di aprile, inizio maggio, e fino al mese di settembre. E nei pensieri della sindaca di Roma, Virginia Raggi, ci sarebbe proprio l’ipotesi di riaprire la discarica albanense. Ipotesi rilanciata anche da alcuni giornali nazionali. “La discarica di Roncigliano – spiega il delegato Andreassi – è autorizzata come discarica di servizio del vicino impianto di trattamento meccanico e biologico. Impianto che, come è noto, non esiste più, distrutto dall’incendio dell’estate 2016. Aggiungo che, quando divampò l’incendio, era in corso la Conferenza dei Servizi indetta dalla Regione Lazio per la revisione/revoca dell’Autorizzazione Integrata Ambientale. Conferenza dei servizi che non si è mai conclusa. Per di più erano emerse una serie di prescrizioni che il proprietario avrebbe dovuto rispettare per avere l’autorizzazione rinnovata. Quindi qualora la discarica di Roncigliano fosse davvero nei pensieri della Sindaca Raggi, non credo basterebbe un atto formale della Città Metropolitana ma servirebbe anche la predisposizione di un nuovo impianto autorizzativo da parte della Regione Lazio. Dunque – aggiunge – se le leggi e le normative in materia hanno ancora un valore, vedo questo percorso molto complicato. Credo sia addirittura superfluo affermare che, come Comune di Albano, vigileremo attentamente su quanto accadrà e siamo, naturalmente, pronti alle barricate. Voglio, però, aggiungere qualche riflessione. Mi auguro che nei pensieri della Sindaca, anziché queste pazze idee, ci siano delle riflessioni sul fatto che, secondo il piano industriale proposto a fine 2018 al Comune di Roma dall’AMA, oggi, anziché cercare discariche perché non si sa dove mettere l’indifferenziato di Roma, si sarebbe dovuto avviare l’iter realizzativo per la realizzazione di 7 nuovi centri di raccolta e riciclo, di un impianto moderno di recupero materia dai rifiuti indifferenziati, di due impianti moderni di separazione di metalli e singoli polimeri dalla raccolta differenziata ed avviare la realizzazione di due impianti di compostaggio. Sempre secondo quel piano, la raccolta differenziata avrebbe dovuto raggiungere 800.000 abitanti, portando Roma a circa il 50%. Oggi, invece, abbiamo una situazione identica se non peggiore rispetto a quella di un anno fa. Con, in più, AMA sull’orlo del fallimento. Fossi la Sindaca, anziché pensare a Roncigliano – conclude il delegato ai rifiuti del Comune di Albano – penserei ai disastri che sta combinando”.