Oltre 100 non sono le rose che ogni anno gli uomini regalano alle loro fidanzate e mogli, ma il numero di femminicidi che si sono registrati solo nel 2018, una media di un omicidio ogni tre giorni. Anche nei primi mesi del 2019 oltre 10 donne sono state uccise e il numero di queste uccise da mariti, fidanzati ed ex si espande anno dopo anno, come un livido violaceo dopo le percosse. Donne che rischiano la loro vita tra le mura domestiche, per mano di uomini che amano o che hanno amato in passato, vittime di violenze psicologiche prima ancora che fisiche, in balìa di persecuzioni, minacce, botte da parte di uomini che le incastrano in un vortice di sensi di colpa, inadeguatezza, frustrazione, dolore dal quale non riescono a liberarsi senza un aiuto concreto.
I NUMERI DELLA VIOLENZA
Dal 2000 al 2018 le donne uccise sono state 3.100, una media di più di tre a settimana (dati che emergono da un recente rapporto Eures). In tre casi su quattro le donne sono vittime di parenti, mariti o ex. A livello regionale il Lazio è al secondo posto per maggior numero di femminicidi: 9,2%, preceduto da Lombardia (17%) e seguito da Puglia (9,2%) , Campania (8,5%) e Veneto (8,5%). A scatenare la furia omicida degli uomini spesso motivi passionali, gelosia e un’idea malata di possesso (30,6% dei casi del 2017), mentre il 25% degli omicidi è avvenuto in seguito a liti per problemi psichici dell’omicida (22,2%) o malattia della vittima (12%).
I CENTRI ANTIVIOLENZA
Per fermare e prevenire gli abusi contro le donne in Italia, nel corso degli ultimi anni, sono nati molti centri antiviolenza che forniscono assistenza alle vittime di violenza in ambito familiare o relazionale. I centri gestiti da operatori ed esperti che offrono cure, sostegno psicologico ed economico. Proprio a inizio marzo, ad un anno esatto dalla firma del Protocollo interistituzionale per la prevenzione e il contrasto della violenza sulle donne e sui minori, la Asl Roma 6 e la Procura di Velletri hanno presentato i risultati raggiunti e gli ultimi servizi attivati sul territorio dei Castelli e del litorale. Il direttore generale della Asl Roma 6 Narciso Mostarda ha espresso la propria soddisfazione per l’efficienza dei consultori familiari dell’azienda sanitaria e per l’attivazione di tre nuovi centri antiviolenza sul territorio. Questi sono progetti sovradistrettuali, finanziati dalla Regione Lazio: nello specifico uno, dedicato all’attivista brasiliana Marielle Franco, è stato aperto all’interno di locali messi a disposizione dal Comune di Nettuno in via Bachelet 13; il centro ‘Piccoli Passi’ è invece ospitato da marzo 2019 presso l’ospedale “Spolverini” di Ariccia e un altro centro all’interno della Casa della salute di Rocca Priora. “Il CAV è un luogo che potremmo definire polifunzionale a sostegno delle donne che non vogliono più subire violenza – spiega la dott.ssa Camilla Annibaldi psicologa-psicoterapeuta responsabile del CAV “Piccoli passi” – offriamo diversi servizi, ad esempio consulenza legale (ambito civile, penale, minorile), consulenza sociale (orientamento all’accesso alla rete dei servizi), consulenza psicologica ma ciò che ritengo sia fondamentale all’interno di un CAV è l’offrire un luogo di accoglienza e di ascolto, elementi che troppo spesso si danno per scontati. La violenza ha tra le tante conseguenze l’instaurarsi di un vissuto di confusione, è infatti difficile per la donna capire cosa le sia accaduto, come si è trovata in quella situazione, come uscirne, è come se avesse perso la propria bussola interiore. Grazie all’ascolto di operatrici formate che sanno sostenere la donna nel proprio percorso di fuoriuscita dalla violenza, ella capisce che può riappropriarsi della propria vita. Per questo al Cav Piccoli Passi offriamo anche un servizio di mediazione linguistica e culturale per le donne straniere, ed inoltre siamo in contatto con professionisti che conoscono ed utilizzano la LIS per poter dar voce a tutte le donne. Partendo da sé, la donna può quindi costruire un futuro basato sui propri bisogni, sulle proprie risorse ed anche sui propri sogni perché la violenza ha la forza di annientare i sogni ed i desideri ed è giusto per la donna tornare ad abitare anche queste dimensioni” conclude la dott.ssa Annibaldi. Nuovi centri di accoglienza quindi che aprono le porte alle vittime di violenza e offrono un aiuto concreto a chi sceglie di chiedere aiuto per allontanarsi dal baratro delle violenze e riprendere così in mano la propria dignità.
Ariccia: Sostegno e assistenza al centro ‘Piccoli Passi’ allo Spolverini
“Piccoli Passi” si trova presso l’ospedale Spolverini di Ariccia ed è il Centro Antiviolenza di riferimento dei comuni di Albano (capofila del servizio), Ariccia, Castel Gandolfo, Genzano, Lanuvio, Nemi, Velletri e Lariano per prevenire e contrastare la violenza di genere. Al Cav si può accedere con diverse modalità: via telefono, via mail all’indirizzo [email protected], mandando un messaggio sulla pagina Facebook o sulla pagina instagram cav_piccolipassi, ad accesso diretto nella sede in Via delle Cerquette 2 o Via Chigi 48 ad Ariccia (in questo caso si cerca di svolgere il colloquio subito o in alternativa fissarne uno il prima possibile). I servizi del CAV sono offerti esclusivamente da personale formato e sono gratuiti e non è obbligatorio sporgere denuncia per usufruire dei servizi del Cav. “La nostra finalità è co-costruire con la donna un progetto che rispetti i suoi desideri, decideremo quindi insieme i “piccoli passi” da seguire verso le finalità che elaboreremo insieme”, spiega la dott.ssa Camilla Annibaldi. Non a caso i CAV siti a Rocca Priora (di prossima apertura) e di Ariccia si chiamano rispettivamente “Ricomincio da me” e “Piccoli passi” e sono gestiti dalla Cooperativa Sociale Girotondo Onlus. Orari di apertura: lunedì, martedì, venerdì dalle ore 9.00 alle 12.00 e di mercoledì e giovedì dalle ore 16.00 alle 19.00. Contatti: 3791677172 (numero attivo 24H).
Presso il centro Marielle Franco a Nettuno:
Consulenze legali e psicologiche per tutte
Inaugurato a dicembre 2018, il centro antiviolenza “Marielle Franco” è attivo ufficialmente dal 2 gennaio 2019 e si trova a Nettuno in via Bachelet 13. Questa è un’importante struttura dell’ambito sovradistrettuale costituito dai Comuni di Nettuno, Anzio, Pomezia e Ardea (che è capofila) per il servizio di accoglienza, ascolto, assistenza e supporto per donne che hanno subito violenza e minori vittime di violenza assistita. “Nei primi due mesi del 2019 abbiamo già ricevuto 25 donne per casi di stalking, stupro, violenza familiare e induzione alla prostituzione, con le quali abbiamo costruito un personale percorso – spiega Carla Centioni, responsabile del centro. “La rete di sostegno è efficiente perché collaboriamo fattivamente con le forze dell’ordine, Carabinieri, Polizia Locale e Polizia di Stato, servizi sociali comunali, pronto soccorso e consultori. Sono 20 anni che faccio questo lavoro e ammetto che adesso c’è molta collaborazione e autorevolezza nei centri”. Nel concreto, presso il CAV vengono effettuate integrazioni di denuncia, colloqui di sostegno psicologico, consulenze penali e civili totalmente gratuite ed eventuali messa in sicurezza della donna che non può tornare nella propria casa: “qui la donna viene seguita e accompagnata fino alla fine del procedimento, si instaura una relazione di fiducia tra operatore e vittima”. Orari: lun. mart. giov. 9.30-12.30, merc. ven. 15-18. Info: 3427962289.