Il sogno di comprare una villetta a basso prezzo (grazie al sostegno degli incentivi pubblici) nel cuore di Cecchina, frazione di Albano, si è trasformato in un incubo per 26 famiglie che stanno correndo il rischio che le loro case finiscano all’asta e le loro famiglie per strada, nel senso letterale del termine. Al Tribunale Civile di Roma, sezione fallimentare, si è tenuta stamattina la prima udienza del fallimento della società ACF srl che ha costruito i 26 immobili situati in via Madonna degli Angeli, a due passi dalla via Nettunense. Al tesissimo scontro giudiziario hanno partecipato non sono i responsabili della società in corso di fallimento, ma anche gli avvocati delle 26 famiglie interessate. È quanto racconta un lungo e dettagliato comunicato stampa del Partito Comunista dei Castelli Romani, presente all’udienza con una propria delegazione: “Stamattina, mercoledì 10 aprile – spiega la lunga e dettagliata nota stampa – si è tenuta la prima udienza del fallimento della società ACF srl, che ha costruito le villette del Piano edilizio di Cecchina (…) nell’udienza il giudice Tedeschi ha rinviato ogni decisione sul futuro delle 26 famiglie ad una prossima seduta, fissata per il 26 giugno 2019 alle ore 10,30. Prima di tale data, il curatore fallimentare, dottor Capozzi, si è preso l’impegno di convocare singolarmente le 26 famiglie per valutare ogni singola posizione. Il Partito Comunista ha partecipato all’udienza a sostegno delle 26 famiglie, nel disinteresse generale delle istituzioni (Comune di Albano, Area Metropolitana di Roma, Regione Lazio) e degli altri politici. Il Piano di Edilizia Economica e Popolare di Cecchina, classe 2001, avrebbe dovuto essere un’area felice, in cui acquistare casa a prezzi calmierati da parte del Comune di Albano Laziale (solo 1.200 euro a mq) e ingenti finanziamenti pubblici della Regione Lazio (circa 900.000 euro per 38 alloggi). Le scelte malaugurate di una intera classe politica si sono ben presto trasformate nel peggiore degli incubi per le 26 famiglie di lavoratori a basso reddito e figli a carico, con continue richieste di aumento dei prezzi da parte del costruttore, minacce di fallimento, opere di urbanizzazione mai finite, occupazione degli alloggi per rivendicare i propri diritti, acqua e luce staccate da parte dell’Amministrazione Mattei-Silvestroni, riunioni di protesta inutili e inconcludenti con l’Amministrazione Marini-Sementilli (rigorosamente nelle segrete stanze il sabato mattina con il Comune chiuso), notti insonni e grande preoccupazione per la possibile perdita della prima casa. Il Partito Comunista dei Castelli Romani ha consegnato al curatore fallimentare un importante dossier contenente le gravi irregolarità riscontrate nella gestione della società ACF srl e delle aree PEEP di Cecchina 2. Il curatore fallimentare ha acquisito tale documentazione, per la sua analisi e per il successivo invio alla Procura della Repubblica. Molti avvocati delle 26 famiglie hanno ripetutamente ipotizzato l’esigenza di denunce penali per bancarotta fraudolenta nei confronti della società ACF srf. E’ un vero scandalo! Per costruire le case di edilizia economica e popolare di Cecchina, l’Amministrazione Mattei-Silvestroni ha scelto la società ACF srl, una società già praticamente fallita, con un disavanzo in bilancio di 4 milioni di euro e debiti per 15 milioni di euro, mettendo a rischio tutti i risparmi di decine di famiglie popolari che vogliono acquistare con grandi sacrifici la prima casa. Dov’era la finta opposizione in Consiglio Comunale (Marini-Sementilli e tanti altri)? Perché nessuno al Comune di Albano (Sindaco Mattei, assessori, consiglieri comunali, segretario comunale, dirigenti, revisori dei conti, eccetera) ha controllato i bilanci pubblici della società ACF srl? Il Partito Comunista ha sollecitato il curatore fallimentare a consegnare immediatamente le case alle 26 famiglie acquirenti (che hanno già versato dai 70.000 ai 150.000 euro) al prezzo di massima stabilito dal Comune di Albano nella delibera originale (1.200 euro al mq)”.
10/04/2019