Sì agli arredi, tavolini e sedie, anche nei ‘laboratori di vicinato’, questo il nome tecnico per indicare tutti quei locali di gastronomia che non sono ristoranti: pizzerie, paninoteche, gelaterie etc. L’innovativa sentenza, che autorizza anche questi locali ad accogliere i clienti non più solo in piedi ma anche al tavolo, è del Consiglio di Stato e nel settore viene accolta come una grande rivoluzione perché, in effetti, ribalta ogni interpretazione precedente della normativa e soprattutto mette in crisi il nuovo regolamento capitolino del commercio, approvato solo l’anno scorso, che in pratica giudica abusive questo genere di attività con gli arredi. I giudici amministrativi si sono espressi sul caso di un locale in via Urbana, che era stato sanzionato proprio perché – sempre a causa di sedie e tavolini – si riteneva stesse svolgendo un’attività di ristorazione abusiva. Cioè, scrivevano i vigili nei verbali, «poiché l’arredo veniva considerato coincidente con le attrezzature tipiche della somministrazione ai fini del consumo dei pasti da parte degli avventori, l’attività ivi svolta veniva considerata come di somministrazione e, dunque, priva di titolo in quanto l’esercizio risultava attivato per laboratorio di gastronomia e non per somministrazione». Contestazioni che risalgono ormai al 2016 e che oggi, invece, vengono «smontate» dal Consiglio di Stato. «Deve concludersi – scrivono i giudici – che in assenza di un vero e proprio servizio al tavolo da parte di personale impiegato nel locale, il mero consumo in loco del prodotto acquistato, sia pure servendosi materialmente di suppellettili e arredi presenti nell’esercizio commerciale, non comporta un superamento dei limiti di esercizio dell’attività di vicinato». Cioè, in estrema sintesi, senza servizio al tavolo il locale non può essere equiparato a un ristorante.
10/04/2019