Quanti tumori e altre patologie ischemiche, cardiovascolari, urinarie, respiratorie, dell’apparato digerente e del sistema nervoso, linfomi, leucemie eccetera provocano i siti di trattamento dei rifiuti? Potremo probabilmente tornare a saperlo. Per quelli in funzione fino al 2012 era stato possibile grazie al programma Eras Lazio, coordinato dal Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio. Noi pubblicammo i risultati. Dopodiché è calato il buio. Ora una luce potrebbe riaccendersi sui siti tuttora in funzione e magari per quelli che apriranno in futuro nel Lazio. “La configurazione impiantistica attuale non consente la chiusura del ciclo”, spiega il nuovo Piano rifiuti varato dal presidente Zingaretti, con la sua giunta bis, 7 anni dopo il suo insediamento.
TROVATI I SOLDI PER ERAS
“Sono stati recuperati i fondi per riattivare il progetto Eras. Gli assessorati regionali alla sanità e al ciclo dei rifiuti hanno lavorato insieme negli ultimi mesi per trovare le risorse necessarie e nelle prossime settimane verrà nuovamente attivato il progetto Eras”. Così ci ha fatto sapere nei giorni scorsi l’ufficio stampa dell’assessore regionale ai Rifiuti Massimiliano Valeriani. L’unico che, incalzato dal Caffè, si è espresso in merito. «Gli studi epidemiologici non sono di competenza di questo assessorato – ci ha detto Valeriani a dicembre – ma è una valutazione dell’assessorato alla sanità: lo ritengo comunque un progetto prezioso, che dovrebbe essere riattivato». Peccato che l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, resti muto. Ha la bocca cucita anche Enrica Onorati, assessora all’Ambiente. Da dicembre a entrambi abbiamo inviato 6 volte due domande: perché è stato fermato il programma Eras Lazio? La Regione lo riattiverà? Dal 2015 chiediamo lumi da queste pagine. Nessuno parla. Ma perché?”ˆ
RICERCA BLOCCATA:”ˆPERCHÈ?
Più malattie, più decessi e più ricoveri. Questo ha in sostanza rilevato l’indagine Eras vicino a discariche, inceneritori e impianti TMB di trattamento meccanico cosiddetto “biologico” (fabbriche di balle da bruciare in inceneritori e cementifici). La ricerca si è inspiegabilmente arrestata dopo la nostra inchiesta del 2014. È molto grave. Per chi voglia davvero pianificare un ciclo dei rifiuti razionale e attento alle persone, è indispensabile conoscere e monitorare l’impatto degli impianti susalute e ambiente, anche in relazione alle altre situazioni che producono inquinamento (traffico e fabbriche). Solo dopo si dovrebbe decidere dove piazzare altri impianti di trattamento dei rifiuti. Il programma Eras Lazio ha già esaminato i dati su 10 discariche, 4 inceneritori (ora ne funziona uno solo, a San Vittore nel frusinate) e 7 TMB. Di seguito alcuni dei risultati della ricerca Eras Lazio.
Il segno + è in rapporto alla media regionale.
ROMA, MALAGROTTA, ROCCA”ˆCENCIA”ˆE”ˆSALARIO: DATI DRAMMATICI
Nel raggio di 7 km intorno alla discarica di Malagrotta, più mortalità e più ricoveri sia per gli uomini che per le donne. Decessi tra i maschi: +5% per tutte le patologie, +16% per morbo di Parkinson e altre malattie del sistema nervoso centrale SNC, +14% per linfomi non Hodgkin. Decessi nelle donne: +56% di tumori alla laringe (entro i 2 km), +34% per tumore alla pleura, +25% per tumore a trachea, bronchi e polmoni, +19% per broncopneumopatia cronica ostruttiva BPCO, +14% per linfomi non Hodgkin, +13% per tumore alla mammella, in modo particolare per quelle esposte ad alte concentrazioni di PM10 (inceneritore). I residenti (uomini e donne) più vicini agli impianti ricorrono più frequentemente alle cure ospedaliere per tutte le cause (+8%), in modo particolare per malattie circolatorie, urinarie e dell’apparato digerente. Tra gli uomini aumento significativo dei ricoveri per patologie della tiroide. Meno pesanti, ma comunque superiori alla media presso i TMB di Roma. Nei due impianti di Rocca Cencia e Salario “tra le lavoratrici sono stati osservati eccessi di morbosità per cause respiratorie, gastrointestinali e per traumatismi”. Purtroppo il sito internet di Eras per i TMB”ˆromani riporta gli stessi identici e terribili risultati di Malagrotta: una svista, si direbbe. Per evitare di dare informazioni scorrette non li citiamo.
LATINA E CASTELLI ROMANI
Molto male anche per la salute dei residenti nel raggio di 5 km dalle due discariche attaccate di Latina-Borgo Montello: i maschi muoiono di più per tumori dell’encefalo e del sistema nervoso centrale (+61%), al rene (+60%), alla vescica (+40%). Decessi donne: +36% per tumori allo stomaco, +33% di malattie dell’apparato genito urinario. +11% di ricoveri tra gli uomini e +6% tra le donne per tutte le cause. Ad Albano, tra gli uomini +14% di morti in generale, +76% per malattie dell’apparato genito urinario, +71% per linfomi non Hodgkin, +50% per tumori del tessuto linfatico ed ematopoietico, +44% per malattie dell’apparato respiratorio, +22% per tumore alla vescica. Decessi tra le donne: +12% per tutte le cause, +69% per tumori a trache, bronchi e polmoni, +60% per leucemie, +39% per malattie respiratorie, +21% per malattie ischemiche. Ricoveri: tra gli uomini +74% per BPCO, +34% per malattie respiratorie. Ricoveri donne: +83% per tumore alla mammella, +41% per malattie respiratorie, +36″ˆper malattie ischemiche, oltre il doppio per BPCO. Male anche presso gli altri siti di trattamento di rifiuti a Colfelice (Fr), Viterbo e Guidonia:”ˆtumori di tutti i tipi decisamente superiori all’atteso.
POMEZIA, ARDEA, APRILIA, ANZIO E GLI ALTRI ASSEDIATI DAI RIFUTI?
Nulla è dato sapere invece su realtà come Pomezia e Ardea, dove da anni opera una giungla di impianti per rifiuti e dove sono previsti altri 3 cosiddetti “bio”gas, a due passi dal “bio”gas più grande d’Europa che il gruppo Cerroni vorrebbe realizzare nel IX Municipio, in località Solforatella. Sempre a Pomezia, dopo altri 6 nuovi progetti di lavorazione rifiuti e un ampliamento di un impianto esistente, sono la Città Metropolitana, senza tutti i i necessari passaggi, ha autorizzato lo scorso dicembre altre 254mila tonnellate l’anno di rifiuti, a qualche centinaio di metri da asilo nido, ospizio e abitazioni. Una quantità record, mai vista prima tutta insieme in simili progetti da queste parti. Ad Anzio, nel raggio di 300 metr sono previsti: due “bio”gas, uno in costruzione e l’altro in bilico (dell’ex capo del settore rifiuti della Provincia di Roma…), e lo stoccaggio di 30mila tonnellate. Complessivamente tra Roma sud IX Municipio e litorale a sud della Capitale si arriva a un milione e 56mila tonnellate. Nulla su Aprilia, dove il TMB inaugurato a dicembre 2013 ha quintuplicato le quantità di rifiuti, non senza problemi coi controllori regionali e la Procura. E sempre ad Aprilia, a un tiro di schioppo da Latina e Nettuno, da anni i cittadini lamentano il forte impatto dello stabilimento di cosiddetto compost Kyklos, già sequestrato dalla magistratura e ora ora in mano ad Acea, che vorrebbe farci un “bio”gas… La speranza è che le ricerche Eras Lazio facciano un po’ di luce per i siti attuali e futuri.