Le carenze della Sanità pubblica dei Castelli Romani, la prevalenza di quella privata, lo squilibrio creato dal nuovo Ospedale sulla Nettunense (fuori dal baricentro dei Castelli), il depauperamento dell’ospedale di Marino, con cinque sale operatorie, che in passato aveva 365 posti letto, la necessità di una completa ristrutturazione della Sanità dei Castelli. Ed, ancora, analisi degli sperperi per milioni di euro dovuti ad una improvvisata programmazione delle strutture ospedaliere (piscina per riabilitazione allo Spolverini di Ariccia mai entrata in funzione a quanto è dato sapere, costo di circa 2 milioni di euro), ginecologia e radiologia dell’ospedale di Marino mai andate in funzione (costo?) e tante altre carenze determinate dalla prematura apertura del cosiddetto NOC (nonostante il ritardo di oltre due anni dalla data prevista per il 2016). Di fatto, è stato operato un potenziamento delle strutture sanitarie verso la zona pontina a discapito di quella dei Castelli Romani. In conclusione, il Noc e Tor Vergata non sono in grado di soddisfare le normali esigenze sanitarie della zona centrale dei Castelli, Ciampino compresa che tradizionalmente gravava sull’ospedale di Marino. Sono state queste alcune delle valutazioni contestate da Giulio Santarelli, presidente del neonato comitato per la riapertura del nosocomio marinese (in foto) a Narciso Mostarda, direttore generale della ASL ROMA 6 in occasione dell’ incontro sul tema della Sanità tenutosi sabato mattina al cinema Politeama. Il convegno è stato promosso dalla Proloco di Frascati, organizzato dal vulcanico presidente Antonio Mercuri, che ha invitato anche tutti i sindaci e gli amministratori comunali della zona di Frascati, Rocca di Papa, Rocca Priora, Grottaferrata; Marino e altri paesi limitrofi . “Attendiamo una risposta concreta e risolutiva, dalla Asl e dalla Regione Lazio, hanno detto gli organizzatori dell’assemblea dei cittadini ” .
02/04/2019